NAPOLI E UDINESE ALLE STELLE, CROLLANO INTER E JUVE

Napoli, Atalanta e Udinese hanno vinto le tre partite di vertice prima della sosta. I nerazzurri bergamaschi sono rimasti in testa con il Napoli che è passato a San Siro. La vittoria partenopea ha confermato le grandi potenzialità offensive (Simeone, “Kvara”, Raspadori) della squadra di Spalletti, anche senza Osimhen, ribadendo le difficoltà rossonere contro avversari dall’attacco scatenato come quello azzurro (15 gol come l’Udinese) e il peso di Leao, assente in questa sfida di vertice. L’altra squadra del giorno è, come detto, l’Udinese che ha superato con merito l’Inter ed è a ridosso delle due capolista davanti al Milan e le altre “favorite”. Un gol dell’enfant prodige Giorgio Scalvini, classe 2003, proveniente dal vivaio bergamasco, ha permesso all’Atalanta di mettere in difficoltà una Roma priva di Dybala (infortunatosi nel riscaldamento). La squadra di Gasp – che ha perso Musso nei primi minuti – è rimasta in vetta, quella di Mourinho (espulso) non è stata fortunata. Per Chiffi serata difficile. Polemiche garantite. La difesa nerazzurra si conferma impenetrabile fuori casa. La notazione saliente adesso è questa: i “veri” bianconeri non solo quelli della Juve, ma dell’Udinese, entrati di diritto nelle alte sfere del campionato. La squadra si Sottil ha segnato 15 gol (più di tante presunte “grandi”), ha battuto Roma (4-0) e Inter (3-1). Per qualche ora è stata in testa alla classifica. What else? Cos’altro avrebbe dovuto fare?

L’Inter è precipitata dal piedistallo: saranno stati le scelte e i cambi sbagliati di Inzaghi, il crollo della difesa (11 gol subiti), il rendimento esterno (tre k.o.)… Il fatto è che l’attacco non è quello di una volta. Sarà quel che sarà: ne sentiremo delle belle nei processi e nei berci dei tifosi delusi, certo non è stata una partenza da Inter. Disastro pure per la Juventus a Monza, dovei brianzoli hanno vissuto una giornata storica. L’espulsione di Di Maria ha aperto la debacle della squadra di Landucci (cioè Allegri) che ha ceduto all’ultima in classifica. Conseguenze pesanti per la società. Le tribù bianconere chiedono la testa di Allegri e dei responsabili di un club che non è abituato alle figuracce. La cronaca (non monaca) di Monza: gol di Gytkjaer, danese di Roskilde, 32 anni, biondo. Il Monza ha lasciato il cerino in mano a Cremonese e Sampdoria. Il cambio di panchina da Stroppa a Palladino-Berlusconi è servito. Che succederà adesso alla Juve? La Lazio ha fatto dimenticare il tonfo danese, riempendo di gol la povera Cremonese. Immobile doppietta. Il “germe” (verme?) citato da Sarri non c’è più?

La Fiorentina è tornata a vincere e segnare contro il Verona. Pausa tranquilla in casa viola. La sconfitta del Torino ad opera di un Sassuolo molto rimaneggiato, ha sottolineato i problemi d’attacco granata (sei gol in sette partite) e raffreddato certi entusiasmi interessati. La squadra di Dionisi se l’è cavata anche senza Berardi, Defrel, Traorè e Muldur. Amaro ritorno di Juric in panchina: Alvarez è entrato nel finale e ha matato il Toro. La vittoria dell’Empoli a Bologna, il giorno della “prima” di Thiago Motta, ha premiato i toscani dopo vani tentativi e ha denunciato qualche carenza di base rossoblù. Il Lecce ha fermato gli ardori della Salernitana. La squadra di Baroni ha dato un segnale forte: può salvarsi. Nicola ci riproverà. Il derby ligure, ricco di emozioni, ha confermato la miglior situazione dello Spezia di Gotti e i problemi strutturali della Samp, che si è fatta ribaltare. Giampaolo confermato. Fino a quando? Adesso la pausa azzurra: alla ripresa, Inter-Roma, uno spareggio fra deluse.

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