Malagò “Sulle Olimpiadi decidono solo Cio e Giappone”

“E’ un discorso molto serio e complesso, sto vedendo, sentendo e leggendo tantissimi rappresentanti delle istituzioni dello sport che, in Italia e nel mondo, dicono la loro legittimamente e a pieno titolo. E’ comprensibile, ma il problema è che ci sono due soggetti che devono prendere una decisione: il Cio e il suo presidente Bach e il governo giapponese e il premier Abe”. Mentre di ora in ora aumentano le richieste di un rinvio, causa pandemia di Covid-19, dei Giochi Olimpici di Tokyo2020, il presidente del Coni Giovanni Malagò ricorda a chi spetta dire, nel merito, l’ultima parola. “Sono loro ad averne la titolarità – spiega a Radio Deejay il numero uno dello sport italiano – Ovviamente, le Olimpiadi non si possono fare senza atleti, giornalisti e pubblico, ma nemmeno senza le tv, che hanno comprato a suon di bilioni i diritti, e le aziende con cui si hanno contratti pluriennali. Nessuno può pensare che il Cio e il governo giapponese non stiano facendo valutazioni o piani B e C, che qualcuna esorta o impone, ma ciò necessita del tempo. Bach è stato esemplare, bisogna mettersi nei suoi panni: non è che uno prende e schiocca le dita, tutto ciò deve essere posizionato. E poi, così come sta succedendo in Italia e negli altri paesi, ognuno sta spostando un’asticella affinché gli impegni presi non vadano a carte quarantotto”. Insomma, anche per Malagò, che ha sempre individuato come gli inizi di giugno come la deadline per arrivare ad una decisione definitiva sui Giochi di Tokyo, c’è bisogno di tempo: “Qualsiasi persona responsabile non può che ragionare in questo modo. Vedremo se la diffusione del coronavirus peggiorerà o meno ma prendere una decisione ora manderebbe in grossissime difficoltà il bilancio di un paese (il Giappone, ndr) e il Cio, e dunque a cascata tutti gli altri sport. Le federazioni internazionali, calcio escluso, vivono a fronte del gettito che il Cio da’ a loro per il fatto di essere co-organizzatori dell’evento a Tokyo: se il prodotto non lo dai, gli incassi non ci sono più”. Il parallelo Olimpiadi-campionato di calcio esiste ed è congruo: “Speriamo che il campionato ricominci e finisca, così come le coppe europee e la Coppa Italia, a porte aperte o chiuse. E’ chiaro che una società fa il conto della spesa ma oggi fare delle previsioni è un esercizio inutile, ed è la stessa cosa di chi vuole anticipare una decisione, dettando l’agenda al Cio e al governo giapponese”. Per Malagò, anche in caso di rinvio dei Giochi, ogni opzione resta aperta, dallo spostamento di un mese sino a un anno: “Durante una call con Bach, che poi ho sentito anche privatamente, gli abbiamo dato mandato per dare queste risposte. Loro stanno vagliando tutte le opzioni, con cognizione di causa e con tutti gli elementi che comportano le ipotesi stesse. Mi sento di dire – conclude Malagò – che nulla è da escludere”.
(ITALPRESS).

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