ROMA (ITALPRESS) – Una storia di successo in Inghilterra e adesso il sogno americano. Lo chef Roberto Ruggieri, 28 anni, è un esempio del Made in Italy della cucina che si fa strada all’estero.
Dopo la prima esperienza stellata a 20 anni alla terrazza dell’Eden nel 2017 a Roma, nel 2019 parte e va a lavorare per il prestigioso Waterside-inn di Michel Roux, in Inghilterra. Qui ha il privilegio di conoscere e di cucinare per la Regina Elisabetta. “Ogni settimana eravamo in onda sui canali inglesi, nel programma televisivo casa di Michel Roux, senza dubbio il papà della cucina francese in Inghilterra, con lui sono cresciute persone come Gordon Ramsay, Marco Pierre White e altri chef attualmente tra i più importanti al mondo. Il sopravvento del Covid ha senza dubbio messo in enorme difficoltà il settore, portando via con se anche lo stesso Michel Roux”, racconta lo chef Ruggieri.
Tornato in Italia è andato a Capri, con un turismo dilagante e una voglia di rendere la cucina italiana accessibile a tutti, con eleganza e ricercatezza. Poi un’altra esperienza nella sua provincia nativa, ad Aquapetra nel beneventano, dove ha cercato di influenzare la cucina del territorio con quella di altre regioni italiane e soprattutto con quella francese. Adesso il suo sogno è andare in America, per portare oltreoceano i migliori sapori della nostra cucina, dal vino ai taralli, all’olio di oliva, nel cuore degli States a New York. “Da quando sono piccolo che sognavo di fare questo lavoro – spiega Ruggieri -. Un po’ anche per merito di mia madre e di mia nonna, ho sempre respirato in casa un rispetto per la cucina e una passione che poi mi sono portato dietro. Ancora oggi, con mia madre mi consiglio, parliamo, la osservo mentre cucina. Mi ricordo che pur di stare in cucina davo fastidio ai più grandi per spiare, e mettere le mani in pasta con mia madre. Insomma, volevo partecipare ed esserci”.
La contaminazione dei sapori “secondo me la dovremmo conoscere un po’ tutti, perché per arrivare ad un’idea personale di cucina bisogna prima conoscere tanto prima – prosegue -. Ancora più importante, è fondamentale secondo me conoscere le tecniche di altre cucine. Molto spesso tendiamo a chiuderci nelle nostre conoscenze, invece sperimentare, contaminarsi con altri prodotti, con altri modi di trattare una materia prima, arricchisce molto”. Quella in Inghilterra “è stata l’esperienza più importante della mia vita. Lì le mie idee si sono arricchite moltissimo”.
E per il futuro “vorrei andare in America. Quest’anno ho l’obiettivo di attraversare l’Atlantico e iniziare una nuova esperienza lì. In quel paese c’è davvero tutto, potrei ancora di più contaminarmi con altre culture. Mi lascerei ispirare e influenzare da tutto ciò che vedrei”.
“Ho avuto modo di informarmi e di chiedere a persone che si trovano già lì e hanno attività avviate. Me ne ha parlato una persona adulta, è arrivata in America all’età di 48 anni. Con una grande esperienza alle spalle. Non so come abbia fatto, io non lo farei mai a quell’età, lasciare tutto e dall’Italia ripartire da zero in un altro paese – sottolinea lo chef -. E lui mi ha confessato: “alla tua età devi assolutamente venire, tornassi indietro verrei molto prima”. Il nostro paese è stupendo, la nostra cucina è meravigliosa. Però quando vai lì senti proprio un’aria diversa. È l’aria che c’è lì che ti influenza, come se avessi più forza e grinta nel fare le cose. Non so spiegartelo. E io voglio provare questa sensazione e mettermi alla prova”.
– foto Roberto Ruggieri –
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