ROMA (ITALPRESS) – Il Museo Nazionale di Libia, ospitato nello storico palazzo della Saraya al-Hamra, riaprirà ufficialmente al pubblico il prossimo 12 dicembre dopo 14 anni di chiusura per lavori di restauro e ammodernamento. L’istituzione, completamente rinnovata, si presenta come un moderno centro culturale che racconta la storia della Libia dall’epoca preistorica fino al periodo ottomano, attraverso oltre 40 sale distribuite su quattro piani.
Tra i pezzi più importanti esposti figurano statue romane e greche restaurate, come la Venere (Afrodite), la testa di Medusa e la statua dell’imperatore libico Settimio Severo, primo imperatore romano originario del Nord Africa. In evidenza anche mosaici celebri, tra cui quello delle “Quattro stagioni”, la mummia di Uan Muhuggiag (la più antica dell’Africa) e quella di Al-Jaghbub, oltre a reperti preistorici di straordinaria rarità. Una sezione speciale è dedicata agli oggetti archeologici recuperati dall’estero: tra questi la statua di Afrodite donata in passato a un maresciallo tedesco dall’imperatore Balbo, la Lupa Capitolina romana recentemente restituita e il busto di Persefone, ricomposto con frammenti recuperati da Stati Uniti e Italia.
Il percorso museale comprende inoltre sale dedicate alle antiche tribù libiche (Meshwesh, Makha, Tjemehu), alla civiltà islamica con cimeli dei principali sceicchi e lettori del Corano libici, e una sezione di reperti originali provenienti dall’arco di Leptis Magna e dal teatro di Sabratha. Non mancano spazi dedicati alle figure simbolo della storia contemporanea libica, come Omar al-Mukhtar e re Idris al-Senussi, e un’intera area naturalistica con animali imbalsamati e ricostruzioni degli ecosistemi libici, pensata soprattutto per gli studenti. Il museo è stato dotato delle più moderne tecnologie digitali: schermi interattivi, mappe multimediali e ricostruzioni virtuali che permettono ai visitatori di esplorare il deserto libico e rivivere momenti chiave della storia nazionale. L’inaugurazione rappresenta un importante passo per la valorizzazione del patrimonio culturale libico dopo anni di difficoltà.
– Foto Museo Nazionale Tripoli –
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