LE OLIMPIADI IN GIAPPONE SI FARANNO O SALTERANNO ?

Lo sport non ha detto un no globale all’attivita’ in tutto il mondo, dalle metropoli ai villaggi; lo sport difende ad oltranza, anche in tempi di coronavirus, non tanto la propria natura planetaria ma le singole identita’; e non lo fa in un eccesso di autonomia, di orgoglio, di narcisismo, di spirito di casta, no: difende dei contratti milionari. E si muove per sigle. Nell’ordine s’e’ fermata per prima la FIGC, il calcio italiano, titolare di diritti ceduti per milioni alle paytv; poi le altre 21O federazioni calcistiche (non so cos’abbia ancora deciso il Kazakistan, ma li’ comanda il ras Qasym-Jomart Toqaev); poi l’UEFA, titolare del calcio europeo e dei diritti delle varie Coppe, altre centinaia di milioni; e’ in arrivo la FIFA, la federazione delle 211 federazioni, che detiene per miliardi i diritti relativi alla Coppa del Mondo in programma in Qatar nel 2022, oggi a rischio non solo per il virus ma per lo spostamento degli Europei al 2021. Ed ecco – piatto del giorno – i Giochi Olimpici, sigla CIO che raccoglie 205 Paesi, in programma a Tokio dal 24 luglio al 9 agosto di quest’anno: gli organizzatori insistono, gli atleti cominciano a scansarsi. Mi e’ facile dire: salteranno anche le Olimpiadi. E non sarebbe la prima volta.
Infatti, insistendo caparbiamente nella loro volonta’ di difendere l’Evento, suggerirei l’intervento del Vescovo di Milano, Mario Delpini, quello che l’altro giorno, mentre Papa Francesco invocava aiuto dal Cristo di San Marcello, ha pregato sul Duomo la Madunina. Ne ha facolta’, nel capoluogo del territorio piu’ colpito dal virus; ne ha facolta’, come discendente del vescovo di Milano Ambrogio che nel 393 d.c. fermo’ le Olimpiadi che l’imperatore Teodosio voleva celebrare a Roma dopo 292 edizioni. Non fu un virus a far decidere Ambrogio ma una peste morale: gli atleti che gareggiavano nudi, il denaro che veniva dato ai vincitori, l’immoralita’ dilagante e la strage scatenata per una ritorsione dai romani ai Giochi di Salonicco. Potrei dire che con tante sigle in confusione lo sport mondiale meriterebbe di avere un comune vertice decisionista, ma gli interessi economici prevarranno sempre. Ma e’ probabile che l’Olimpiade di Tokio salti piu’ semplicemente per un imprevisto: Alberto di Monaco, membro del CIO, ha contratto il Coronavirus.

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