ITALIA AI QUARTI, LA LEZIONE DI WEMBLEY SERVIRA’

La partita di Wembley ha detto diverse cose interessanti di cui tener presente per il futuro. Uno, ha un pò mitigato gli eccessivi entusiasmi e ci ha fatto capire che la nostra squadra non è invulnerabile, un campanello d’allarme che non è suonato (speriamo) invano. Due, il gol annullato a Arnautovic per una questione di centimetri è stato una fortuna e un segno del destino: Napoleone preferiva i generali fortunati e Mancini lo è. Tre, il parco riserve è di prim’ordine e in grado di affrontare qualsiasi situazione difficile: il fatto che si parli di 26 titolari non è solo uno slogan. Insomma, la lezione di Wembley, dove l’Italia ha evitato la lotteria dei calci di rigore, è stata utile. Alla prima vera partita difficile, l’Italia ha mostrato i propri pregi e qualche difetto e ha suggerito a Mancini di scegliere con maggiore razionalità: ne terrà conto. Al di là dei sentimenti riemersi fra i tifosi dopo la complessa partita con l’Austria e dall’esultanza di una Nazione preparata al peggio in diverse direzioni anche fuori dallo sport, prima degli Europei si era detto di voler vedere la nostra Nazionale contro avversari più consistenti.

Adesso abbiamo saputo la verità. Contro gli austriaci abbiamo scoperto che l’attacco (fatto salvo il tiro di Immobile infrantosi sui legni della porta avversaria), alle prese con una difesa arcigna, può anche fermarsi e che la retroguardia può correre qualche pericolo come sul gol di Arnautovic (annullato) e quello di Kalajdzic. Ripetiamo: per fortuna abbiamo delle riserve motivate e capaci di risolvere le situazioni difficili come hanno fatto Chiesa e Pessina appena entrati nei supplementari. Noi riteniamo che Mancini e i suoi rampolli faranno tesoro di questo scampato pericolo e si regolino per il futuro. Stavolta infatti il prendere l’iniziativa dopo un quarto d’ira non ha dato i frutti sperati e la squadra ha risolto il momento difficile nei supplementari con il bellissimo gol di Chiesa, lasciato libero di fare quel che ha voluto e bravo a rimanere freddo nell’occasione. Si è già costruita la favola di Enrico e Federico Chiesa, padre e figlio, che hanno segnato entrambi agli Europei. Ma questa Nazionale è tutta una favola moderna. Da quella dei Pessina e dei Di Lorenzo frequentatori di campionati minori e giunti in Nazionale, a quella del duo Mancini-Vialli che si sono “vendicati” della finale persa a Wembley ai tempi della Samp.

Ma al di là delle favole, ben costruite da giornalisti ricchi di fantasia, vedremo come si comporteranno i nostri eroi contro il prossimo avversario. Oramai, dopo la lezioncina di Londra, a nostro avviso gli azzurri potranno far fronte a qualsiasi tipo di intemperie. Piuttosto: se- come detto da Mancini- la stanchezza si è fatta sentire dopo tre partite, cosa succederà dopo la quarta? Il ct prepara un robusto turnover? Noi pensiamo di sì. Tre o quattro portatori d’acqua hanno bisogno di riposo. Il parco riserve, provato contro il Galles e contributore concreto della causa nelle gara contro l’Austria, offre risorse importanti. I Locatelli, i Pessina a centrocampo e i Chiesa in avanti sono più che rincalzi. A Mancini l’onere di dosare le forze, tenendo presente che qualsiasi partita potrebbe essere l’ultima. La “spina dorsale” della squadra (Donnarumma, Bonucci, Jorginho, Immobile) sembra integra e l’imminente rientro di Chiellini potrebbe offrire maggiore esperienza alla difesa. Insomma, il record di Pozzo battuto (31 partite senza sconfitte), le dodici vittorie di fila e il riacquistato prestigio internazionale del nostro calcio meritano attenzione. Siamo (per ora) fra i primi otto del Vecchio Continente. Due anni fa eravamo fuori da tutto. Basta ora non disperdere il patrimonio accumulato.
(ITALPRESS).

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