
Il Misery Index Confcommercio a febbraio si è attestato su un valore stimato di 17,8 in diminuzione di cinque decimi di punto rispetto a gennaio. Il ridimensionamento dell’indicatore è derivato in misura quasi esclusiva dal rallentamento registrato dall’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto. Il dato di febbraio è rappresentativo di una situazione che non aveva ancora subito i contraccolpi della pandemia provocata dal Covid-19. Per Confcommercio “il nostro Paese si è trovato ad affrontare questa emergenza con un’area molto ampia di disagio sociale le cui dimensioni, in conseguenza del rallentamento economico in atto, avevano smesso di ridursi. È necessario evitare che, come accaduto nella precedente fase di crisi, parte dell’ampliamento dell’area del disagio diventi strutturale, con interventi che non si limitino alla fase più acuta, ma accompagnino e favoriscano il recupero”. A febbraio il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 9,7%, valore sostanzialmente in linea con il dato degli ultimi cinque mesi. Includendo una parte dei sottoccupati tra i disoccupati, fermo restando il complesso delle persone presenti sul mercato del lavoro, la situazione – osserva Confcommercio – si conferma meno favorevole, con un tasso di disoccupazione pari all’11,3%, anche in questo caso negli ultimi mesi si è rilevata una scarsa variabilità. Su base mensile si registra un calo di un decimo di punto del tasso di disoccupazione esteso e una riduzione di otto decimi di punto nel confronto annuo. Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dello 0,8% su base annua, in rallentamento rispetto all’1,3% di gennaio.
(ITALPRESS).