Immigrati regolari, per il 72% degli italiani sono troppo pochi

ENRICO GIOVANNINI MINISTRO DEL LAVORO

MILANO (ITALPRESS) – Gli italiani ritengono mediamente che su 100 persone residenti in Italia 20 siano straniere. Una sovrastima importante, considerando che gli stranieri regolarmente residenti in Italia rappresentano circa il 9% della popolazione. Nonostante la presenza degli immigrati in Italia sia fortemente sovrastimata e contrariamente a quanto si possa pensare, oltre il 72% degli italiani ritiene che gli immigrati regolari siano una percentuale congrua o addirittura che siano troppo pochi (18% del totale). Lo dice il Report “Gli immigrati nell’economia italiana: tra necessità e opportunità” a cura di Ipsos per Laboratorio Futuro dell’Istituto Toniolo, presentato durante il webinar in diretta sui canali social dell’Università Cattolica e dell’Istituto Toniolo. “Laboratorio Futuro aiuta il Paese a pensare nel medio e lungo termine, il tema di oggi è strategico, centrale per il futuro non solo del nostro Paese ma di tutto il continente europeo”, afferma Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
“La società è spaccata sull’ argomento, ci sono tanti stereotipi ma anche problemi reali, una serie di fenomeni che non possiamo ignorare dal cambiamento climatico, le guerre, le crisi economiche che spingeranno i Paesi fragili sulla rotta dell’immigrazione verso l’Europa e l’Italia è considerata spesso un Paese di passaggio. L’integrazione degli stranieri -continua Giovannini- che a vario titolo sono arrivati in Italia e che intercettano i cambiamenti demografici profondi nel nostro Paese, rispetto alla domanda di servizi e di occupazione è un tema che non può essere trattato con superficialità”. Quello dell’immigrazione è un fenomeno di dimensioni rilevanti su cui spesso non c’è un’adeguata consapevolezza da parte della popolazione ma stereotipi, rispetto ai quali si sviluppano atteggiamenti radicali, in positivo o in negativo. “La capacità di divulgazione consente all’Università di svolgere il ruolo di terza missione, aiutare il tessuto sociale, le istituzioni e le forze politiche a comprendere l’importanza e la giusta dimensione di tematiche come questa”, ha detto Antonella Sciarrone Alibrandi, Prorettore dell’Università Cattolica.
Per Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statistica sociale all’Università Cattolica di Milano e coordinatore scientifico del Laboratorio “il tema dell’immigrazione è complesso e delicato ed è trattato troppo spesso come emergenza mentre bisogna trovare un ruolo riconosciuto in modo che sia strutturalmente inserito nei processi di sviluppo demografico, sociale ed economico del Paese. Gli stranieri appartengono a una delle categorie più vulnerabili tra le fratture sociali che attraversano l’Italia e costituiscono una presenza imprescindibile in relazione alla riduzione demografica per la denatalità e l’invecchiamento della popolazione che produce squilibri crescenti nel rapporto tra occupati e pensionati”. “L’inserimento degli immigrati nel mercato lavoro è centrale nel processo di integrazione in una popolazione che da anni contribuisce alla vita economica e sociale del nostro Paese”, ha detto Corrado Bonifazi del Consiglio Nazionale delle Ricerche. “L’Italia è il Paese con i tassi di fecondità più bassi in Europa negli ultimi 30 anni, in questo senso va segnalato positivamente sia il Family Act che l’assegno unico. Inoltre, il nostro sistema produttivo è caratterizzato da una domanda di lavoro che si concentra su occupazioni di basso livello che con la crescita del livello di istruzione della società italiana crea una distorsione tra le caratteristiche di domanda e offerta di lavoro, per non parlare delle quote di sommerso e di irregolare e di un sistema di welfare che fatica a tenere il passo con l’invecchiamento della popolazione e i cambiamenti in atto nelle relazioni di genere. Per affrontare il drammatico declino numerico della popolazione in età lavorativa il Paese ha bisogno di un mix di interventi per far crescere la fecondità, aumentare il lavoro femminile, migliorare il capitale umano e far ricorso a un’immigrazione ben gestita”.
“Dobbiamo ragionare sugli immigrati nell’economia e nella società italiana, due aspetti indissolubilmente connessi, le istituzioni hanno il dovere di provvedere per combattere l’assenza di legalità e per il benessere della comunità”, ha concluso il ministro Giovannini.
(ITALPRESS).

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