Il ruolo del farmacista nel Ssn nel nuovo numero della rivista Ihpb

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ROMA (ITALPRESS) – Il Servizio sanitario nazionale ha necessità, anche a seguito della ‘tempesta Covid-19’, di rifondarsi su basi più rispondenti ai bisogni di salute, ripensando alla medicina di prossimità e a servizi innovativi, ma anche vicini ai cittadini. Il tutto sarà reso possibile dagli investimenti previsti alla Misura 6 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (Pnrr), che rende disponibili risorse per oltre 15 miliardi per la sanità.
Ma in questo scenario ‘rifondativò, quale nuovo ruolo e quali priorità, competenze e responsabilità possono essere attribuite al farmacista, sia dei servizi territoriali sia delle strutture convenzionate e di quelle ospedaliere? La figura ‘a tutto tondò del farmacista sarà protagonista del cambiamento a cui si appresta il Servizio sanitario nazionale anche grazie alla spinta del Pnrr? Si parla di questo nel nuovo numero dell’Italian Health Policy Brief dedicato al ‘Farmacista nel rinnovamento del Servizio sanitario nazionale: innovazione e ruolo per una figura cardine della sanità’, che è stato presentato oggi in occasione di un evento online a cui hanno partecipato alcuni degli autori della pubblicazione: Andrea Mandelli, presidente Fofi e vicepresidente della Camera, Marco Cossolo, presidente della Federazione Nazionale Titolari di Farmacia-Federfarma, e Arturo Cavaliere, presidente della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera-Sifo.
“L’esperienza di questi mesi di pandemia deve essere uno stimolo a sciogliere nodi da troppo tempo irrisolti, a maggior ragione ora che il Pnrr, con i finanziamenti previsti per le reti di prossimità e la digitalizzazione può rappresentare una svolta – ha detto Mandelli -. Tra questi nodi vi sono la riforma dell’assistenza territoriale e il potenziamento della rete ospedaliera; in questi ambiti il farmacista può e deve svolgere un ruolo trasversale. Sul territorio un modello di farmacia che va oltre la semplice dispensazione del farmaco avrebbe potuto dare un contributo ancora superiore a quello che già ha dato in questa emergenza per garantire ai cittadini l’accesso alle cure”.
A questo tema si ricollega poi quello delle vaccinazioni in farmacia, per due aspetti. “Il primo – ha spiegato Mandelli – è che ha mostrato l’efficacia della collaborazione tra farmacista ospedaliero e farmacista di comunità nella gestione dei vaccini; il secondo è che rendere le vaccinazioni una delle prestazioni standard della farmacia permette di superare il modello emergenziale degli hub, restituendo i medici che vi operano alle funzioni di diagnosi e cura”.
La pandemia, intanto, ha portato con sè un periodo di transizione e “sta a noi coglierne le opportunità – ha evidenziato Cossolo – per accelerare lo sviluppo della farmacia e gestire il cambiamento in atto. Il processo di territorializzazione della sanità e i nuovi bisogni di salute dei cittadini ci impongono di trovare soluzioni efficaci e sostenibili per offrire servizi adeguati, altamente professionali e sempre più personalizzati. E’ questa la sfida che vogliamo vincere come parte integrante della rete di assistenza territoriale”.
Secondo Cavaliere, invece, fare rete e squadra “e lo dico con convinzione all’indomani delle semifinali degli Europei di calcio, è l’elemento imprescindibile per ambire a progetti ambiziosi”. Con il Pnrr, dunque, le reali competenze sono chiamate a diventare “protagoniste di un cambiamento iniziato nel periodo della pandemia. I farmacisti ospedalieri, nello specifico, sono stati protagonisti nei trial clinici per il Covid.19, nella gestione dei vaccini, nella pubblicazione delle corrette istruzioni operative vaccinali- ha aggiunto Cavaliere- che sono state riferimento per tutta la comunità nazionale”.
Così oggi l’obiettivo di un nuovo rapporto tra ospedale e territorio si raggiunge “proprio attraverso una rinnovata relazione tra farmacisti ospedalieri e farmacisti di comunità. Per questo – ha fatto sapere ancora Cavaliere – ritengo che proprio nell’ottica di un ‘virtuoso fare retè sia arrivato il momento di una rivisitazione del Prontuario della distribuzione diretta (Pht) annuale”. Il presidente Sifo ha infine concluso: “Investire nella nostra professione, in termini di competenze, formazione e funzioni, è oggi un obbligo morale, che deve essere condiviso dalle istituzioni anche ben oltre le progettualità che saranno messe in atto grazie al Pnrr”.
La conclusione dell’evento di presentazione dell’Ihpb è stata ancora di Mandelli, in merito a una delle più discusse proposte comprese nella Misura 6 del Pnrr: “Ribadisco che la risposta al bisogno di una migliore assistenza sul territorio non sono le case di comunità, la cui realizzazione non è compatibile con i tempi del Pnrr – ha detto – ma il rafforzamento di quanto esiste già e ha già dato prova della sua efficacia. Mi metto nei panni dei cittadini: questi, cioè tutti noi, non ne avranno alcun vantaggio. Per cui dico: mettiamo le risorse nelle risposte reali di prossimità e sicuramente- ha concluso- centreremo l’obiettivo di migliorare e potenziare il Servizio sanitario nazionale”.
(ITALPRESS).

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