IL PECCATO D’ORGOGLIO DI MAX ALLEGRI

Il mondo del calcio è caritatevole. La rassegna dei media me lo conferma. Non ho mai visto tanta gente preoccupata della salute (della panchina) di Max Allegri. L’altra sera, dopo il 5 a 1, ho pensato al doloroso digiuno del livornese cresciuto a “5 a 5” – classico bocconcino labronico, 5 lire di pane con 5 lire di torta di ceci – dopo lunghe stagioni torinesi di ostriche e champagne. L’ho scrutato anch’io, il volto di Max, da sempre armato dell’aforisma di Metastasio: “Se a ciascun l’interno affanno/si leggesse in fronte scritto/ quanti mai che invidia fanno/ ci farebbero pietà”. Sembrava scritto per lui, invidiatissimo recordman degli scudetti, condotto a pietà da Osimhen e Kvaratskhelia. E invece ho visto il solito cinico produttore di calcio utilitaristico per nulla addolorato se non dall’involontario omaggio offerto al rivale Spallettone tradendo l’ideologia sparagnina con un tentativo di fare bel calcio al “Maradona”. Tanto nomini… E’ lì che si è rovinata la Juve, col peccato d’orgoglio del suo leader che l’uomo di Certaldo ha sfruculiato alla vigilia fino a indurlo in errore. La Juve degli otto successi consecutivi (di cui cinque 1-0) senza prender gol c’era, a Napoli, ma Allegri ha voluto lui pure esibire grande bellezza. Non possedendola, nonostante i bei nomi di illustri pedatori. Sono sicuro che cancellerà certi attacchi velleitari fin dal prossimo incontro con l’Atalanta, la vera rivale cui riproporsi con la solita ricerca del massimo risultato con il minimo gioco. A ben vedere, Pioli sta peggio di Allegri che con la Juve peggiore del decennio è sempre lì a battersi per entrare in Champions, il giusto traguardo. Il Milan “tricolore” mira per forza solo allo scudetto e pur senza far troppo rumore lascia a Lecce – a un onorevolissimo avversario – due punti preziosi. Se Allegri ha trovato un esercito di fustigatori – e se ne frega – Pioli è stato soccorso da medici pietosi che al prossimo giro sbagliato potrebbero scaricarlo con la stessa enfasi con cui è stato esaltato. Spero che il gran lavoro benfatto in questi anni a Milano abbia rinforzato il moderato Stefano e gli suggerisca d’ora in avanti passi calcolati con cinica destrezza. In fretta. La stessa fretta con la quale Simone Inzaghi ha capito che la vittoria della sua Inter sugli azzurri era soltanto un test per Mister Fantasy Spalletti. Il quale con il Napoli ha raggiunto la perfezione: vincere dando spettacolo. E non c’entrano il Giochista o il Risultatista: c’entra il manovratore di uomini che da realizzare la squadra. Mi viene da pensare – con tanti complimenti – al 3 a 0 inflitto al Liverpool dal Brighton del mio pupillo Roberto De Zerbi. Il grande Klopp gli ha dato una medaglia al valore. Io l’aspetto di ritorno in Italia con il suo calcio tradizionale e rivoluzionario insieme. Quello – mi pare di capire – che il Mondo Juve sta cercando da anni.

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