IL GESTO DELLA BIMBA CHE CHIAMA I CARABINIERI PARABOLA DA NON OCCULTARE

Cerco ogni giorno di non sprofondare nel dolore. Vorrei anzi, se possibile, strappare qualche sorriso a chi mi leggera’. Ma c’e’ anche l’ora in cui vorresti piangere. Almeno per addolcire l’amara sensazione di essere impermeabili al dolore. E’ successo. Leggo ogni giorno le cronache cittadine di molti giornali, le pagine dove si trova la verita’ vera, non quella delle statistiche ufficiali, dei battibecchi politici, delle miserie nazionali che offriamo al mondo come se fossimo un popolo di straccioni o di banchieri sull’orlo del fallimento. Le cronache locali dissertano sul dolore piu’ grande dopo la morte: la fame. Ai tempi della peste raccontata da Alessandro Manzoni sui “Promessi Sposi” si parla dei tumulti popolari di San Martino dell’assalto ai forni: sono vere pagine di cronaca da rivisitare in questi giorni almeno per scoprire che c’e’ un lieto fine, che un giorno spero leggeremo insieme.
Cerco di allontanare la cronaca che mi ha addolorato e commosso ma non ci riesco. Nella mia terra martoriata dal virus l’altro giorno una bambina di dodici anni ha chiamato i carabinieri: “Mamma, papa’, mio fratello e io non abbiamo piu’ niente da mangiare”. I carabinieri, accertato il fatto – come si dice – sono andati a fare una bella spesa e l’hanno portata a casa della famiglia di un operaio rimasto senza lavoro per decreto che decreta anche la fame. Il soccorso l’ha chiesto la bimba, dignita’, vergogna hanno impedito che lo facessero i genitori. Perche’ li’, nell’Emilia-Romagna allegra e benestante, la fame una volta la facevano giusto i barboni. E manco quelli, se ben ricordo.
Ho avuto un buon rapporto, anni fa, con un grande personaggio della Chiesa, il cardinale di Bologna Giacomo Biffi, che un giorno incontrai in Alma Mater con un personaggio…storico che gli presentai: Ondina Valla, il primo oro femminile dello sport italiano, Berlino 1936, i famosi Giochi di Jesse Owens. Biffi mi disse che rispettava il ricordo di Dorando Pietri, lo avvertii di stare attento perche’ quell’eroe era un… peccatore di doping. Si era molto parlato, del cardinale, per quella frase finita negli annali della politica: “Bologna, citta’ sazia e disperata”. Mai ossimoro fu piu’ realistico e crudele. Gliene parlai e sorridendo mi avverti’ a sua volta che non corrispondeva al vero:”Non mi riferivo a Bologna, ma alla Regione”. L’Emilia-Romagna – aveva spiegato a Sergio Zavoli – era ai vertici del reddito pro-capite rispetto alla media italiana, al vertice dei consumi voluttuari, ma la provincia di Bologna aveva il primato mondiale della denatalita’ e il doppio della media di suicidi in Italia, e aveva tradotto con quei due aggettivi una regione che appariva “sazia e disperata”. Oggi il gesto di quella bambina affamata e disperata e’ da leggere come una parabola da non occultare. Mai.

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