Il GEI a New York saluta il Console Fabrizio Di Michele

di Stefano Vaccara

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il GEI – Gruppo Esponenti Italiani – ha salutato a New York il Console Generale d’Italia Fabrizio Di Michele con un incontro di commiato che, più che una cerimonia, è diventato una riflessione a tutto campo sul lavoro consolare, sulla riforma della cittadinanza e sulle sfide della comunità italiana negli Stati Uniti. Di Michele, in servizio dal 2021, ha risposto alle domande di Mario Calvo Platero, presidente del GEI, ripercorrendo alcuni momenti cruciali del suo mandato, ricordando anche episodi umanamente difficili. Tra questi, il caso dello studente italiano trovato suicida in un college privato: i genitori erano già partiti dall’Italia per assistere alla laurea del figlio. Solo all’arrivo all’aeroporto seppero della tragedia. “Con quella famiglia continuo a sentirmi ancora oggi”, ha spiegato il Console, sottolineando quanto il lavoro consolare significhi spesso affrontare il lato più duro e invisibile della mobilità italiana all’estero. Sul fronte della nuova legge sulla cittadinanza, Di Michele ha ribadito che la norma del 1992 “non era più sostenibile”, perché avrebbe prodotto “un milione e mezzo di nuovi cittadini in dieci anni” senza legami reali con l’Italia. Gli italoamericani – ha spiegato – sono stati penalizzati dagli abusi registrati soprattutto in Sud America, dove le richieste hanno raggiunto “centinaia di migliaia” di domande. Ma la riforma non risolverà la crisi demografica: “Non è qualche milione di cittadini in più all’estero che cambia il quadro”, ha osservato.

Sul rapporto con le autorità cittadine, il Console ha ricordato i contatti “personali e molto buoni” con il sindaco Eric Adams, pur “meno di quanto avrei voluto”, mentre con Bill de Blasio i rapporti erano stati “costanti”. Più prudente il giudizio sul nuovo sindaco Zohran Mandani: “Ha un’agenda ambiziosa, ora dovrà trovare le risorse per realizzarla”. Una parte dell’incontro è stata dedicata alle difficoltà strutturali del “sistema Italia” negli Stati Uniti. Di Michele ha sottolineato come il Consolato debba fare tutto – servizi, cultura, business – con risorse molto più limitate rispetto ai colleghi asiatici e di altri grandi Paesi. “Se ci sei, fai rete e crei valore, ma servono investimenti”, ha spiegato. Infine, un passaggio atteso: il nuovo Console Generale. Di Michele ha annunciato l’arrivo, a gennaio, di Giuseppe Pastorelli, oggi vicedirettore per il Sistema Paese alla Farnesina. “È uno dei profili migliori che si potessero immaginare”, ha detto. “Dategli l’accoglienza che avete dato a me: arriverà su un treno che corre”.

– foto xo9/Italpress –

(ITALPRESS).

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