Giovani e lavoro, il nodo dell’orientamento

(c)G.Lo Porto

ROMA (ITALPRESS) – Il Salone del Lavoro e delle Professioni, inaugurato ieri e che proseguirà fino a sabato 27 marzo sulla piattaforma www.salonedellostudente.it/salone-del-lavoro-e-delle-professioni, nel suo convegno di apertura “Il futuro è qui”, ha messo in luce le eccellenze ma soprattutto i ritardi del sistema formativo e produttivo italiano. Lo ha fatto con un panel di 12 fra rettori, docenti e professionisti, aperto dal ministro per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone, dal delegato del ministero dell’Università e della Ricerca, Vincenzo Zara e dal saggista Roger Abravanel.
“Orientamento è la parola chiave per la mia agenda politica ma anche di questa iniziativa”, ha esordito il ministro Fabiana Dadone. “Serve a invertire 4 gravi fenomeni: l’abbandono scolastico, la fuga dei cervelli, i Neet (i giovani che non studiano e non lavorano), la carenza di investimenti sulle discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria, matematica) specie per le ragazze”.
“Serve fare sistema”, ha proseguito il ministro, “per questo sabato 20 marzo ho lanciato il progetto Open Doors: come il Salone del Lavoro, è un ponte tra giovani e aziende. Il mondo delle professioni cambia in pochissimi anni: data analyst, cloud computing, cyber security sono solo alcune delle nuove figure, ma tutto il mercato del lavoro è in continuo divenire”. E poi un riferimento alla scarsa propensione delle ragazze ai percorsi scientifici: “Siamo di fronte a un nuovo umanesimo scientifico: pensiamo alla robotica applicata alla medicina o alla realtà aumentata utilizzata nelle disabilità: scienza e cultura oggi sono ibridate, non più separate”. E infine un invito a fare rete tra iniziative come Salone del Lavoro e Open Doors, così come tra differenti stakeholders. Domenico Ioppolo, conduttore del convegno, ha ricordato l’iniziativa STEMiamoci, lanciata da Confindustria e Salone dello Studente Campus Orienta per indirizzare le ragazze alle scienze con premi e incentivi.
Vincenzo Zara, delegato del ministero dell’Università e della Ricerca, ha ricordato che “la mutevolezza delle professioni ci impone di non fare surf nello studio: serve partire da una solida formazione di base, l’unica che consente di apprendere per tutta la vita”. Collaborazione tra Miur e Ministero del Lavoro; disallineamento tra esigenze aziendali e profili professionali; flessibilità dei percorsi formativi; società liquida (Zygmunt Bauman) e formazione liquida, ovvero più dinamica, gli altri temi toccati.
(ITALPRESS).

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