L’esercizio fisico può frenare il declino cognitivo dei pazienti malati di Parkinson

ROMA - OSPEDALE POLICLINICO AGOSTINO GEMELLI , INGRESSO IL SANTO PADRE RICOVERATO IN OSPEDALE (ROMA - 2005-02-02, Cristian Gennari) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

ROMA (ITALPRESS) – Circa un quarto dei pazienti con malattia di Parkinson presenta un lieve deterioramento cognitivo fin dalle prime fasi della malattia. In un considerevole numero di questi individui, negli anni successivi, il disturbo cognitivo può evolvere fino alla demenza. Attualmente non esistono terapie di provata efficacia per prevenire questa progressione. Gli stili di vita, l’attività fisica, il contesto familiare, le attività che richiedono concentrazione e impegnano la memoria incidono sul modo in cui il cervello invecchia. In altre parole, l’esercizio fisico può essere una vera e propria medicina che migliora le prestazioni della nostra mente.

La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS annuncia l’avvio del progetto MOVE-BRAIN-PD (Movement improves brain health and cognition in Parkinson’s disease), uno studio internazionale volto a dimostrare come l’attività fisica aerobica possa migliorare le funzioni cognitive e rallentarne il declino nella malattia di Parkinson. Il progetto, finanziato nell’ambito del bando ERA4Health Joint Transnational Call for Proposals 2024 “Modulation of brain ageing through nutrition and healthy lifestyle” (NutriBrain), è coordinato dal Professor Paolo Calabresi, Direttore dell’UOC di Neurologia della Fondazione Gemelli IRCCS e Ordinario di Neurologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Il progetto coinvolge un network multidisciplinare di eccellenza: Professor Paolo Calabresi e Professoressa Anna Rita Bentivoglio della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-Università Cattolica del Sacro Cuore, che si occupano del coordinamento e della sperimentazione clinica; Professor Cristian Falup-Pecurariu della Transilvania University Brasov (Romania), che coordina l’Unità di reclutamento clinica; Professor Tiago Outeiro della University Medical Center Goettingen (Germania), per le analisi molecolari e lo studio delle modifiche dell’alfa-sinucleina, la molecola il cui accumulo tossico è coinvolto nella malattia. Lo scorso 19 settembre si è svolto a Roma presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS il kick-off meeting del progetto, che ha riunito tutti i partner del consorzio. Oltre agli sperimentatori principali, hanno partecipato all’incontro i dottori Giulia Di Lazzaro, Danilo Genovese e Angelo Tiziano Cimmino (Fondazione Gemelli) e le dottoresse Irina Ivan e Laura Irincu (Università di Brasov), confermando l’avvio operativo delle attività di ricerca e la piena sinergia tra i centri coinvolti.

MOVE-BRAIN-PD si propone di valutare l’efficacia di un programma di allenamento aerobico domiciliare, monitorato da remoto, su funzioni cognitive e sintomi motori in pazienti con malattia di Parkinson e lieve compromissione cognitiva (PD-MCI). Inoltre i ricercatori studieranno i biomarcatori di infiammazione e neurodegenerazione e le modifiche della proteina alfa-sinucleina, per comprendere i meccanismi biologici alla base dei benefici dell’attività fisica. Gli scienziati si occuperanno anche di capire i fattori che favoriscono o ostacolano l’aderenza all’esercizio fisico, per sviluppare programmi educazionali personalizzati che promuovano stili di vita salutari nella comunità dei pazienti. Nello studio i pazienti si impegneranno ad allenarsi almeno due volte alla settimana per un anno. Quindi verranno visitati e verranno sottoposti a un prelievo di sangue che permetterà di analizzare i marcatori che misurano l’andamento dell’infiammazione e del processo degenerativo.

“Dimostrare che le persone con malattia di Parkinson possono e devono essere parte attiva della cura, modificando lo stile di vita per rallentare e mitigare i sintomi della malattia, è fondamentale. I risultati del progetto serviranno per stilare delle raccomandazioni nazionali interloquendo con le istituzioni e le società scientifiche, per mettere in campo strategie di sensibilizzazione sul modello di quanto fatto nelle malattie cardiovascolari negli ultimi decenni”, spiega il professor Calabresi.

In conclusione, MOVE-BRAIN-PD rappresenta un passo importante verso la definizione di protocolli di attività fisica mirati, sostenibili e scientificamente validati, potenzialmente in grado di modificare la traiettoria della malattia in un contesto di vita reale.

-Foto IPA Agency-
(ITALPRESS).

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