John Elkann fa il bravo presidente, l’imprenditore generoso, l’appassionato verace, lo psicoterapeuta. Tutto bene. Meglio, molto meglio il gol di Juan Cabal che al 64′ batte l’impegnatissimo Ravaglia sfruttando un cross di Yildiz. Il magico Kenan, non soddisfatto della sua bravura, tornando in campo dopo la pausa s’era fermato a pregare. Il campione completo. Nello slancio, dopo cinque minuti Openda inganna la difesa rossoblù, Heggem lo abbatte davanti all’area e prende il rosso. Pregare fa bene. Battute a parte, questa è forse la prima vera Juventus di Spalletti, viva e feroce fin dai primi minuti, un gol di David annullato al 36′, uno spettacolo senza fine firmato Yildiz. Italiano risponde come può usando tutti i cambi. Inutilmente. Quante volte ho scritto “L’ultima vittoria in casa del Bologna contro la Juve risale al 29 novembre del ’98, quando i rossoblù sconfissero 3-0 i bianconeri di Lippi, gol di Paramatti, Signori e Fontolan. Il Dall’Ara in delirio, Carlo Mazzone fa festa”. Il Dall’Ara stavolta non canta. Ascolta l’urlo degli juventini. Un lungo applauso, comunque, per Ravaglia. Dalle sue paratissime tanti pensieri per Vincenzo Italiano. Finalmente una domenica straordinaria. Non felice per il vostro cronista che assiste impotente al naufragio della Viola, antico amore legato ai nomi di Fuffo Bernardini, del Petisso Pesaola e di una lista di campioni indimenticabili. Erano tempi in cui i giocatori erano anche maestri. Dico per tutti Julinho e Virgili, Amarildo e Maraschi. Oggi molti sono analfabeti. Calcisticamente parlando. Ho sentito e condiviso lo scontento di Vittorio Cecchi Gori: è vero, la Fiorentina gliel’hanno sfilata con cinica abilità. Dopo di lui – dopo Marione – il diluvio. Abilità? Batto la parola e l’AI mi suggerisce un pensiero di Charlie Chaplin: “Più che abilità, serve bontà e gentilezza”. Non ridete, è vera tristezza.
E intanto il Milan fa i conti – 2 a 2 – con l’incubo Sassuolo mentre Allegri confessa che poteva anche andar peggio e resta al vertice fino a sera quando, con tafferugli fra imbecilli a Marassi, l’Inter di SuperLautaro si riprende il primo posto castigando un Genoa quasi rinato. Quasi. De Rossi avrà il suo daffare ma la speranza di salvezza è viva. Bella domenica, dicevo. Zaniolo a Udine ha fatto un gol strepitoso al Napoli campione. La Var gliel’ha cancellato. Dicono giustamente. Peccato, meritava di circolare nel tempo come un’opera d’arte. Ma intanto Gattuso un uomo vero l’ha trovato.
Immagino che molti tifosi friulani abbiano maledetto il giorno in cui il malefico strumento è stato inventato. A Udine. Proprio dove il presidente Pozzo, grande manovratore, sognava di mettere al mondo un’arma di giustizia. Pazienza, la vittoria dei bianconeri è arrivata comunque, con un altro gol di pregevole fattura firmato con un destro magico dall’olandese Ekkelenkamp, che immagino dotato di un nome d’arte, suggerisco Ekke Homo.
E il Napoli? Rivedendo in moviola le fasi più significative della partita si ha l’impressione di una squadra vittima di dolori fisici, ma più forti quelli dell’anima. Conte piange sulla settima sconfitta in trasferta, capisci che il “Maradona” cura amorevolmente gli afflitti (come il “Friuli” gli altalenanti bianconeri) malcelando uno stato di crisi che il prossimo match con il Milan potrebbe sancire. La verità? Conte non trema, sostiene di saper tutto della sua squadra ma non rivela dettagli. Rimane una traccia di atteggiamenti sbagliati. Fuffa.
Ecco la Juve di Spalletti, naufragio viola, Inter in testa
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