Disturbo alla quiete pubblica, orari e a chi rivolgersi per denunciare questo reato. Reato civile e reato penale.
Il reato di disturbo alla quiete pubblica si interfaccia spesso al concetto di inquinamento acustico e, gli orari in cui deve essere rispettato il silenzio fanno riferimento ad appositi regolamenti. Vediamo tutti i dettagli.
Disturbo alla quiete pubblica
Quando si parla di denunciare il reato di disturbo alla quiete pubblica, spesso la fonte dell’eccessivo inquinamento acustico è un bar, un pub, una locale non troppo distante da casa o anche la musica proveniente da un’abitazione privata, feste private o, in alcuni casi, il cane che abbaia in condominio disturbando la tranquillità degli altri condomini. Insomma, le fonti di disturbo alla quiete pubblica possono essere molteplici.
A prescindere dagli orari da rispettare, se il reato di disturbo alla quiete pubblica è riferito da un numero indefinito di persone, è possibile proseguire legalmente. In alcune circostanze, come nel caso del cane che abbaia continuamente in condominio, è possibile proseguire per vie legali anche se è solo una singola persona a lamentarsi del fastidio arrecato dal cane ma si eseguirà un’azione civile. Per il caso specifico del disturbo alla quiete in condominio, vi rimandiamo alla pagina dedicata “cane che abbaia in condominio“.
Cosa dice la legge: il codice penale
Il reato di disturbo alla quiete pubblica è riconosciuto dal codice penale come “Reato di disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone”. Il codice penale, infatti, tutela l’ordine pubblico intenso anche come pubblica tranquillità e quiete privata.
Il reato, per essere tangibile, deve arrecare fastidio tangibile e il rumore prodotto debba superare il limite della normale tollerabilità, tale limite, per legge, è stabilito mediante una perizia del consulente tecnico del giudice.
Se volete puntare il dito contro un’abitazione privata che fa continue feste o contro il bar vicino casa, per far sì che possa scattare il reato di disturbo alla quiete pubblica è necessario che ad accusare il fastidio sia una pluralità indeterminata di persone e non un singolo soggetto.
Se, invece, è un singolo individuo o un esiguo numero di persone a lamentarsi, non scatta il reato penale di disturbo alla quiete pubblica ma è comunque possibile avviare un’azione civile per risarcimento del danno e chiedere al giudice di disporre l’obbligo per la cessazione delle abitudini turbative. In questo contesto non si fa più riferimento al vero reato di disturbo alla quiete pubblica ma si fa riferimento alle normative previste dal codice civile.
Disturbo alla quiete pubblica, orari
E’ importante specificare che non vi è una normativa generale di riferimento, piuttosto gli orari sono disciplinati da regolamenti locali e/o regolamenti per le attività rumorose.
Ogni realtà urbana deve dotarsi di un apposito Regolamento per la disciplina delle attività rumorose. Per conoscere gli orari da rispettare è bene recarsi all’ufficio tecnico del municipio di pertinenza. In genere, gli orari del silenzio sono piuttosto standard in tutta Italia, fatta eccezione per le località turistiche, infatti, in alcune zone, gli orari del silenzio possono essere più “morbidi”.
- Nel periodo dal 1° giugno al 30 settembre dalle ore 12.00 alle ore 15.30, dalle ore 22.00 alle ore 8:00;
- Nel periodo dal 1° ottobre al 31 maggio dalle ore 12.00 alle ore 15.00, dalle ore 22.00 alle ore 8:00;
- Per i giorni festivi, gli orari vanno dalle ore 12.00 alle ore 15.30, dalle ore 19.00 alle ore 24.00 e dalle ore 00.00 alle ore 9:00;
Disturbo alla quiete pubblica, a chi rivolgersi
Se vi state chiedendo se chiamare la polizia municipale o i carabinieri, sappiate che queste figure spesso non hanno autorità per agire. Informatevi prima sui cosiddetti “orari del silenzio” della vostra zona di residenza e, in caso di violazione del regolamento, notificate il fatto ai vigili (polizia municipale). Se la fonte lede la quiete pubblica di un buon numero di persone, è possibile recarsi in procura e muovere una denuncia penale firmata da più cittadini.
In caso di vicino rumoroso, è possibile richiedere un risarcimento danni intraprendendo un’azione legale così come spiegato nell’articolo dedicato al cane che abbaia in condominio. In quel caso, la fonte di molestia era un cane ma lo stesso principio può essere applicato alle più svariate fonti di rumore.