ROMA (ITALPRESS) – La crescente attenzione verso la prevenzione degli eventi avversi negli sport ad alte prestazioni porta la diagnostica per immagini al centro del dibattito medico-sportivo. Se n’è discusso nell’aula magna del Centro di Preparazione Olimpica del Coni, durante una sessione moderata dal professor Gianfranco Gualdi, dedicata al ruolo delle metodiche cardiovascolari nella valutazione dell’atleta. Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi temi chiave come l’importanza delle linee guida nella valutazione cardiologica dell’atleta olimpico, l’evoluzione dell’ecocardiografia, le anomalie di origine e decorso delle arterie coronarie, il ruolo della TAC coronarica negli atleti master e il contributo della cardio-risonanza magnetica nella stratificazione del rischio.
La sessione ha evidenziato come oggi l’integrazione diagnostica rappresenti un passaggio essenziale per una valutazione completa e personalizzata dell’atleta, soprattutto in discipline ad alto carico cardiovascolare. L’ecocardiografia continua a costituire il primo step della valutazione per la sua immediatezza e la capacità di fornire informazioni morfo-funzionali di base. La risonanza magnetica cardiaca, gold standard per la definizione morfologica e funzionale, consente una misurazione più precisa delle dimensioni e della funzione biventricolare, aggiungendo la possibilità di caratterizzazione tissutale
Un elemento oggi cruciale per distinguere l’adattamento fisiologico all’allenamento, tipico degli sport di endurance, dai possibili stadi iniziali di cardiomiopatia, soprattutto in presenza di reperti clinici come le extrasistoli ventricolari.
La TAC coronarica assume invece un ruolo determinante quando si sospetta un’anomalia di origine o decorso delle arterie coronarie, una causa spesso sottostimata di morte improvvisa da sforzo nei giovani atleti, ma anche quando è necessario escludere una cardiopatia ischemica nelle fasce d’età più mature.
La conclusione emersa dalla sessione è chiara: solo l’integrazione delle principali metodiche di imaging cardiovascolare consente di ottenere una valutazione più accurata e sicura dell’atleta, con l’obiettivo primario di prevenire eventi avversi e ridurre il rischio di morte improvvisa durante l’attività fisica.
-Foto IPA Agency-
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