D’AMELIO “BENE RISULTATI LEGGE 194”

In Campania le interruzioni volontarie di gravidanza sono in costante diminuzione. Se ne contavano 12mila negli anni ’80, 14mila nel decennio successivo, solo 7.560 nel 2016. È questo uno dei dati più significativi emerso nel corso del convegno sulla Legge 194 che si è svolto a Napoli, presso il Consiglio regionale. Un incontro fortemente voluto dal presidente Rosa D’Amelio che, a quarant’anni dall’entrata in vigore della legge per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione della gravidanza, ha voluto fare il punto sullo stato di attuazione della norma.

“È’ stata una legge importante per l’autodeterminazione delle donne – ha detto D’Amelio a margine dell’incontro – una legge di civiltà che, sottoposta a referendum, ha avuto il 68% di cittadini che l’hanno difesa e che, in quarant’anni, ha aiutato a sconfiggere la grande piaga dell’aborto clandestino. L’Italia, oggi, è ultima in Europa per interruzioni di gravidanza. Sento che l’impegno preso per l’approvazione della legge sull’aborto è stato mantenuto”. Un dato preoccupante riguarda, però, le adolescenti. “Dobbiamo far ritornare quella coscienza che coinvolse le generazioni del passato – ha aggiunto D’Amelio – perché anche le ragazze di oggi devono essere consapevoli delle scelte che riguardano la maternità e devono quindi educate alla prevenzione”.

Ma il presidente ha evidenziato anche un’altra criticità che interessa il territorio campano: “Abbiamo un tasso di obiezione di coscienza troppo alto. Nel rispetto dei medici obiettori, non possiamo non dare risposte da questo punto di vista. Bisogna trovare delle corsie particolari, penso a concorsi specifici, perché non possiamo non applicare una legge dello Stato”, ha aggiunto auspicando un rilancio dei consultori familiari e politiche sociali più efficaci soprattutto nel Mezzogiorno “dove servono più strutture per l’infanzia”.

Tra i dati snocciolati nel corso dell’incontro, emerge che in Campania, in riferimento alla cittadinanza, l’85,5 per cento delle interruzioni volontarie di gravidanza sono effettuate da donne italiane, mentre il 14,5 per cento da donne straniere, in gran parte provenienti da Romania, Ucraina e Marocco. In più, il 53 per cento degli aborti volontari sono da attribuire a donne coniugate, seguono le nubili con il 39 per cento e infine le donne separate o divorziate con il 6 per cento.

“Un dato molto significativo – ha spiegato Pietro Buono, dirigente responsabile dell’UOD Attività consultoriale e materno infantile della Regione Campania – è quello delle interruzioni di gravidanza in relazione al titolo di studio di chi si sottopone all’intervento: ben il 50,1 per cento delle donne che abortiscono hanno solo la licenza media inferiore”.

Tra le criticità evidenziate, anche la scarsa informazione. “Ancora troppe donne si informano su Internet, comprano gli anticoncezionali in Rete”, ha sottolineato Simona Ricciardelli, presidente della Consulta regionale per la condizione della donna. Le ha fatto eco Rosa Papa, direttore dell’Unità operativa complessa Tutela salute donna dell’Asl Napoli 1, che ha lanciato l’allarme: “Stanno aumentando le interruzioni di gravidanza fai-da-te con metodo farmacologico che le donne, soprattutto le minorenni e le immigrate, possono agevolmente procurarsi su internet. La situazione è complicata. Ma margini di cambiamento di sono. Finalmente al Loreto Mare si farà un reparto nuovo dedicato alle interruzioni di gravidanza, ora – ha concluso – resta da ripristinare un numero adeguato di ginecologi non obiettori”.

Loredana Raia, consigliere delegata alle Pari Opportunità del Consiglio regionale, ha evidenziato il problema dei consultori per la presa in carico soprattutto delle giovanissime che si trovano a fare i conti con una gravidanza indesiderata: “Possono anche essere ridotti di numero – ha detto – ma devono essere messi in condizione di lavorare al meglio”.

 

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