Da Hannover all’Irpinia, i 60 anni senza cliché di Vinicio Capossela

MILANO (ITALPRESS) – Da Hannover a Scandiano, con l’Irpinia come luogo delle origini e punto di svolta per una lettura personale del mondo trasformata in musica e racconti. A 60 anni, che compirà il 14 dicembre, Vinicio Capossela arriva senza mai essersi prestato a essere incasellato in un cliché. Lontano dai circuiti mainstream, ma con radici ben piantate in una musica che lascia un segno, è un artista la cui carriera non si presta a bilanci sommari né a una sequenza ordinata di uscite. La sua è piuttosto una traiettoria costruita su un’idea di musica come spazio narrativo e culturale, in dialogo costante con la letteratura, il teatro e la dimensione rituale del canto.

Nato in Germania da genitori irpini, cresciuto in Emilia e legato alle radici familiari del Sud, Capossela ha tenuto insieme luoghi e immaginari diversi senza mai ridurli a icone di nostalgia. Al contrario, li ha trasformati in materia viva da attraversare nel tempo. In questo senso, lo Sponz Fest, nato a Calitri nel 2013 – il paese dell’Irpinia da cui il padre emigrò in Germania – ne restituisce l’essenza: non un semplice festival, ma un progetto culturale che negli anni ha coinvolto comunità, artisti e territori, riportando al centro il senso della festa come rito collettivo.

Un ritorno alle radici che diventa strumento per interrogare il presente attraverso forme antiche. Fin dall’esordio del 1990 con l’album “All’una e trentacinque circa”, premiato con la Targa Tenco per l’Opera prima, la musica di Capossela ha cercato una strada autonoma. Nel corso della carriera ha ottenuto complessivamente sei Targhe Tenco e il Premio Tenco alla carriera. Attorno ai suoi brani, utilizzati anche nel cinema in “Tre uomini e una gamba”, “Il 7 e l’8” e “Dieci inverni” dove è apparso in un cameo, sono cresciuti nel tempo spettacoli, letture, libri e progetti capaci di cambiare continuamente sguardo e contesto.

Nel 2004 ha pubblicato il suo primo romanzo, “Non si muore tutte le mattine”, seguito nel 2013 da “Tefteri”, libro che insieme al film “Indebito” e all’album “Rebetiko Gymnastas” affronta il tema della crisi greca. Uno sguardo che, dieci anni e tre album dopo, si è rivolto con la stessa lucidità all’attualità: in “Tredici canzoni urgenti”, altro lavoro premiato dalla Targa Tenco, Capossela ha affrontato tensioni civili, umanitarie, ambientali e sociali del nostro tempo.

Nel 2024 è uscito “Sciusten feste n.1965”, ultimo album in ordine di tempo il cui titolo trae origine da un appunto scritto a penna dal padre, che raccoglie quindici brani tra inediti, riscritture e reinterpretazioni, entrando nell’immaginario delle feste dialogando ironicamente con standard come “White Christmas” e “Jingle Bells”.

– Foto ufficio stampa Vinicio Capossela –
(ITALPRESS).

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