STUDIO AASTER, PALERMO CITTÀ MOSAICO CHE VUOLE TORNARE CAPITALE

La Palermo di oggi, Capitale della cultura 2018, ha un volto nuovo rispetto al passato: nuovi fermenti culturali la animano, il centro storico è tornato a essere cantiere di restauri, il porto registra nuovi flussi di merci e persone. Ma il capoluogo siciliano resta ancora l’emblema della grande città del Sud, zavorrata da disoccupazione giovanile, declino demografico e disparità sociali. Da sempre laboratorio di integrazione, “A Palermo non ci sono immigrati, se abiti a Palermo sei palermitano”, ha ricordato di recente il sindaco Leoluca Orlando, la città vede impegnata la sua classe dirigente nella realizzazione di nuove soluzioni per migliorarne la vivibilità, tra cui spiccano un piano di mobilità urbana sostenibile, la creazione di una business community, una Summer School dedicata agli under 35.

Questi temi sono al centro dell’indagine condotta dall’istituto di ricerca Aaster, incaricato da Conad di realizzare uno studio sulla comunità del territorio per analizzare e comprendere i fenomeni che la attraversano in questa fase di profondi cambiamenti sociali, culturali ed economici.

Il lavoro è stato presentato al Teatro di Santa Cecilia, durante l’incontro “Persone, comunità e valori”, nell’ambito dell’iniziativa Il Grande Viaggio Insieme di Conad. Erano presenti il sindaco Leoluca Orlando, il direttore del Consorzio Aaster Aldo Bonomi e l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese, coordinati dalla giornalista Marianna Aprile. A chiusura dell’evento si è tenuto un concerto de “I Solisti del Sesto Armonico”, diretti dal maestro Peppe Vessicchio.

Al centro del dibattito la morfologia economico-sociale della comunità di Palermo nell’immagine scattata da Aaster, che ha confrontato e incrociato i dati socio-economici degli ultimi anni e abbinato all’analisi quantitativa una serie di interviste ad alcuni esponenti delle realtà locali. Dinamiche demografiche, livello di istruzione, ricchezza e distribuzione dei redditi dei cittadini, vitalità dei comparti produttivi sono alcuni dei dati esaminati e raffrontati con i parametri regionali e nazionali, per isolare ed evidenziare le specificità del territorio.

Da qui sono emersi alcuni numeri che più di altri disegnano la conformazione della città, anche se in questo caso non sono sufficienti a descriverne la complessità. Numeri come 670 mila, quanti sono i residenti, che fanno di Palermo il quinto comune in Italia per popolazione e quarto per densità abitativa. O 4 per cento, il tasso di immigrati ogni cento abitanti, la metà della media italiana.

Pochi, certo, rispetto al resto del Paese, ma bene integrati. I cittadini stranieri abitano la Palermo più “vera”, quella dei quartieri dei mercati tradizionali: Ballarò, la Vucciria, il Capo. 21 mila euro è invece il reddito medio pro capite per contribuente, appena sotto la media nazionale, ma 48 per cento è la quota dei cittadini che dichiara meno di 15 mila euro, una quota che la dice lunga su quanto i palermitani abbiano sofferto la crisi. 23,7 per cento è il tasso di disoccupazione previsto per il 2018, percentuale che colloca Palermo al sesto posto nazionale tra le province con il maggior disagio occupazionale. D’altra parte, con il 14,3 per cento, la città si colloca al secondo posto tra i 46 comuni italiani con oltre 100 mila abitanti per numero di imprese giovanili sul totale. Non mancano i segnali di entusiasmo, l’entusiasmo di chi vuole tornare a essere capitale del Mediterraneo: e lo dimostra un numero come 50, quanti sono gli imprenditori palermitani che hanno dato vita al think tank Palermo 2030, o 2018, l’anno in cui Palermo è diventata capitale della cultura, e che segna in un certo senso l’inizio di una rinascita.

“Nel rapporto che abbiamo condotto, Palermo ha 11 imprese con un fatturato superiore ai 100 milioni di euro. La prima è la Grimaldi per fatturato ma la seconda è Conad. La fase dello sviluppo in cui tutto si basava sulla Fiat è finita. Oggi i soggetti del cambiamento sono i commercianti, il tessuto della distribuzione, dei servizi, degli artigiani”, ha sottolineato Aldo Bonomi, presidente del Consorzio Aaster, dal palco del teatro Santa Cecilia, a Palermo.
“Un altro dato che mi ha colpito – ha aggiunto Bonomi – è che in questa città si registra il 15% di imprese giovanili. Questo dato spiega che oltre ad avere molta creatività, i giovani non trovando lavoro si danno da fare in proprio. E questo dato vi colloca al terzo posto in Italia per iniziative di start up”.
(ITALPRESS).

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