Come diventare professore universitario

Come diventare professore universitario

I mestieri che si possono intraprendere nella vita sono davvero numerosi e, se svolti con passione, possono dare molta soddisfazione. Tra i tanti lavori in cui cimentarsi, l’insegnamento resta uno dei più amati. Le opportunità anche in questo ambito sono diverse. C’è chi aspira a diventare maestro di sostegno, chi a insegnare ai bambini, chi ai ragazzi delle Scuole Superiori o chi ancora preferisce confrontarsi con ambienti accademici. Il percorso varia ovviamente da contesto a contesto. In questo articolo scopriremo come diventare professore universitario.

Intraprendere la carriera universitaria: le cose da sapere

Quali sono i passi da seguire e le specializzazioni da prendere per intraprendere una carriera in ambito universitario? La prima cosa da sapere è che le strade percorribili sono due. All’interno del mondo universitario si può infatti abbracciare la carriera di docente e quella di ricercatore. A differenza del docente, il ricercatore universitario acquisisce il solo titolo, senza possedere un proprio ruolo di professore aggregato a livello accademico.

L’incarico di un ricercatore resta valido esclusivamente per l’intero anno accademico in cui si tengono i corsi in cui egli svolge il compito di insegnante. È inoltre importante sapere che l’iter per diventare professore universitario rispetto a quello per diventare ricercatore è più lungo e complesso. Vediamo in cosa consiste.

Cosa fare per diventare professore universitario

Per poter intraprendere la carriera di docente universitario è necessario:

  • possedere un Diploma di Laurea nella materia di interesse
  • ottenere un Dottorato di ricerca per poter collaborare nell’ambiente universitario.

Il Dottorato può avere una durata o di tre o di cinque anni. Nel corso del Dottorato l’aspirante professore si occupa di redigere ricerche, pubblicazioni e libri.

Una volta conseguito il Dottorato si diviene ricercatore universitario. In questa fase, l’aspirante docente è impegnato nello svolgimento di attività di ricerca e di collaborazione con gli studenti per le stesure delle tesi di Laurea. Tra le sue attività, il ricercatore universitario si occupa inoltre di tenere lezioni e di affiancare gli studenti nel ruolo di tutor.

Trascorsi tre anni dall’entrata in ruolo, il ricercatore deve sottoporsi a una prova. In caso di esito positivo, può diventare ricercatore confermato. Nell’ipotesi in cui l’esito della prova sia negativo, il ricercatore può comunque sottoporsi di nuovo alla prova.

Dopo il superamento della stessa, l’iter per diventare professore universitario prosegue ulteriormente. Il ricercatore può infatti diventare professore associato ma solo attraverso la partecipazione a un concorso pubblico. Una volta superato il concorso, all’aspirante docente si apre l’opportunità di insegnare dalle 250 alle 350 ore annuali.

Il conseguimento di tale quantitativo di ore dà avvio alla fase successiva: la possibilità di
partecipare a un altro concorso pubblico, ottenendo così il titolo di professore universitario ordinario.

Il percorso per diventare professore universitario è quindi piuttosto lungo e articolato e richiede di conseguenza una buona dose di pazienza, oltre che una grande passione per lo studio, per la ricerca, per l’ambiente universitario e per l’insegnamento.

Dottorato: meglio in Italia o all’estero?

Si tratta dubbio che assale con una certa frequenza chi è in procinto di effettuare il Dottorato per poi intraprendere la carriera universitaria. È opportuno sapere che diventando ricercatori si finisce nella stragrande maggioranza dei casi per lavorare in un ambiente internazionale che presuppone una conoscenza fluente dell’inglese. Molti Atenei italiani chiedono ai propri collaboratori di scrivere tesi, pubblicazioni e articoli per conferenze direttamente in inglese.

Una volta a conoscenza di questo aspetto, si intuisce che svolgere il proprio Dottorato all’estero non comporta grandi differenze rispetto a effettuarlo nel nostro Paese. In realtà, a motivare la decisione finale deve essere soprattutto l’opportunità di lavorare con ricercatori di alto livello esperti dell’argomento di proprio interesse, a prescindere che essi si trovino in Italia o all’estero. È questo il vero elemento prioritario su cui focalizzarsi nella scelta definitiva del luogo in cui effettuare il Dottorato di ricerca. Affiancarsi ai migliori esperti sulla piazza è d’altronde il punto di partenza fondamentale per approfondire in maniera ottimale la propria materia di interesse.