PALERMO (ITALPRESS) – Nel Cortile Maqueda del Palazzo Reale di Palermo, stamane, il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, alla presenza, tra gli altri, del generale Ubaldo Del Monaco, comandante della Legione Carabinieri Sicilia e comandante Militare dell’Esercito in Sicilia, generale Francesco Principe, ha reso omaggio ai caduti di Nassiriya, in occasione del ventiduesimo anniversario dell’attentato che il 12 novembre 2003 costò la vita a 19 italiani – carabinieri, militari e civili – impegnati nella missione di pace in Iraq. Durante la cerimonia è stata deposta una corona di alloro ai piedi della lapide che ricorda, in particolare, il sacrificio dei militari siciliani Giovanni Cavallaro, Giuseppe Coletta, Emanuele Ferraro, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horacio Majorana e Alfio Ragazzi. “A 22 anni da quella tragedia che scosse tutta la Nazione, è doveroso rinnovare la nostra riconoscenza nei confronti di quanti hanno servito l’Italia con coraggio, dedizione e senso del dovere difendendo la pace fino all’estremo sacrificio”, dichiara il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno.
INTRAVAIA “RICORDO RESTA INDELEBILE, PAPA’ MI MANCA”
Il 12 novembre per i familiari dei caduti coincide con un periodo in cui il dolore, mai sopito, si rinnova. Per Marco Intravaia, figlio del vicebrigadiere Domenico, oggi deputato all’Assemblea Regionale Siciliana, non è diverso. “Sono trascorsi ventidue anni da quel maledetto 12 novembre che ha portato via mio padre, ma il ricordo di quella giornata resta indelebile nella mia memoria – dichiara -. Non è stato facile reagire, papà mi è mancato tanto e mi manca sempre. Era un padre affettuoso, allegro e disponibile, amava il suo lavoro, la divisa che indossava e servire il Paese, con umiltà e senso del dovere. Mi sarei voluto arruolare anche io, ma ho capito che si può servire la Patria in tanti modi, anche attraverso l’impegno politico, quello inteso come reale servizio alla collettività. Mi sento comunque parte della grande famiglia dell’Arma, sono cresciuto nelle caserme e conservo dentro di me la frase del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa: ‘Gli alamari sono cuciti sulla pelle’ e così me li sento io. Sono orgoglioso di essere figlio di un servitore dello Stato che mi ha insegnato a credere nei valori costituzionali. Papà è rimasto fedele alla Repubblica fino all’estremo sacrificio, consapevole del pericolo. Non è la morte che l’ha reso un eroe, ma è il coraggio con cui ha affrontato la sua ultima missione, con cui ha ubbidito agli ordini pur consapevole del pericolo. Oggi quei valori che mi ha insegnato mi consentono di servire con onestà e amore la nostra terra nel ruolo di parlamentare regionale. Mi impegno ogni giorno per trasmetterli ai miei figli i quali, come noi, sono e saranno sempre più orgogliosi del nonno. La più grande eredità che mi ha lasciato mio padre è senza dubbio il rispetto e l’amore per le Istituzioni che stanno al di sopra di tutto e vanno sempre difese ed onorate, a qualunque prezzo anche a costo della vita proprio come ha fatto lui”.
– foto ufficio stampa Presidente Ars –
(ITALPRESS).












