CALENDA: “PRIMA LE RIFORME, POI IL VOTO”

“In Italia serve uno Stato forte, non pervasivo, che sappia proteggere, investire e soprattutto implementare le decisioni. Serve nel nostro ordinamento una clausola di supremazia che tuteli l’interesse nazionale dai veti locali. Proviamo a concentrarci in questa legislatura su un governo istituzionale e un parlamento che chiudano la seconda repubblica e aprano la terza in modo ordinato con tre punti: legge elettorale a doppio turno, clausola di supremazia e allora sì un po’ più di federalismo. Poi si vota”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda.

L’esecutivo di cui parla Calenda durerebbe “un anno e mezzo. Di Maio e Salvini dovrebbero capire che è anche nel loro interesse un sistema che funziona, perché alla prova del governo si soccombe facilmente se non si hanno strumenti adeguati”.

L’intesa Pd-M5S sarebbe per il ministro “sbagliata, perché le loro proposte sono fondate su una fuga dalla realtà e dalla responsabilità. Il rischio è di finire come su Ilva dove Emiliano insegue i 5 Stelle per chiuderla senza dare valide alternative e lasciando il conto ai cittadini. Fare la ruota di scorta a un governo Di Maio mi sembra fuori dalla realtà. Renzi ha avuto ragione”. E approva la scelta dell’intervista da Fazio: “È meglio che Renzi parli direttamente, piuttosto che per interposta persona. Anzi, per il Pd credo proprio ci voglia una segreteria costituente della quale Renzi faccia parte insieme a Paolo Gentiloni, a Enrico Letta e agli altri ex segretari del Pd. Che ci si confronti in una sede ristretta e poi si esca con una posizione unica”.

 

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