Automotive, Faltoni “Ford sarà leader nell’elettrificazione”

ROMA (ITALPRESS) – “La Ford ha deciso di scommettere sull’elettrificazione delle automobili, e saremo leader in questo settore. Il mercato automotive sta attraversando una rivoluzione. La decisione presa qualche anno fa di sostituire gli ingegneri meccanici con quelli elettrici ha spinto Ford a reinventarsi. L’azienda lo ha fatto con tre prodotti iconici, nonostante il rischio che questa scelta avrebbe comportato, per comunicare quanto crede nel cambiamento del business dell’automobile. Si tratta della Mustang Mach-E, del Pick-up F 150 e del Transit”. Così Fabrizio Faltoni, presidente e amministratore delegato di Ford Italia, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’agenzia di stampa Italpress. “La Mustang Mach-E completamente elettrica poteva rappresentare un trauma per il purista e invece grazie ai 600km di autonomia, alla sua tecnologia e connettività abbiamo avuto una risposta molto positiva da parte del consumatore in Europa e negli Usa. In Italia stiamo vendendo il doppio di quello che ci aspettavamo ed è l’auto più venduta in Norvegia dove oltre il 50% del mercato dell’automobile è elettrico. Il brand aspirazionale legato alla tecnologia elettrica è stato un connubio di successo. Anche le vendite del Pick-up F 150 stanno andando bene – continua Faltoni -, la produzione di questo veicolo completamente elettrico è prenotata per tutto il 2022 e parte del 2023. E poi c’è il Transit, il veicolo commerciale per eccellenza che abbiamo reinventato e reso completamente elettrico con 300km di autonomia”. Una rivoluzione che riguarda anche le professionalità.

“L’avvento del digitale e dell’automazione hanno preoccupato, ed è vero che alcune professioni si perdono ma dando spazio a quelle nuove. I cambiamenti nel futuro dell’ automotive saranno elettrificazione e connettività”, sottolinea l’Ad di Ford Italia, che ha poi spiegato gli impegni dell’azienda per il raggiungimento degli obiettivi sulla riduzione di Co2. “Le aziende di automobili hanno fatto delle scelte importanti per essere più green. Noi abbiamo accelerato sugli investimenti per riconvertirci. Negli Usa abbiamo annunciato un investimento di 11 miliardi di dollari per realizzare una città dell’elettrico dove costruiremo le F 150 e batterie. In Europa abbiamo investito oltre 1 miliardo di dollari a Colonia dove nel 2023 costruiremo automobili completamente elettriche. Oltre ai prodotti è importante la distribuzione. Abbiamo bisogno di un sistema che aiuti il consumatore a sentirsi sicuro nell’acquisto di auto elettriche. L’autunno scorso ci era stato promesso che nella Legge di Bilancio 2021 ci sarebbe stato un piano per la distribuzione di colonnine per la ricarica elettrica ogni 50/60 km. Oggi – precisa Faltoni – ce ne sono meno di 20 con una capacità di ricarica veloce e potente. Inoltre, c’è bisogno di incentivi, decida il Governo di che tipo basta che siano continuativi per garantire a noi l’approvvigionamento del volume adeguato di prodotti e per dare certezza al consumatore”.

L’appello per la realizzazione della transizione ecologica all’Italia è uno schema di incentivazione programmato, con regole chiare e realizzabili, oltre a un sistema di distribuzione per la ricarica elettrica, soprattutto in autostrada. “Quello che offriamo è un impegno siglato a non produrre più motori diesel e benzina dal 2035. Noi anticipiamo lo sforzo e lo faremo dal 2030 ma abbiamo bisogno di essere accompagnati in questo processo”, spiega Faltoni, mettendo l’accento sulla sostenibilità. “Non riguarda solo il motore dell’auto ma sta nell’intero processo produttivo di quell’auto. I nostri stabilimenti produttivi sono sostenibili, così come alcune parti delle auto. I tappetini per esempio sono realizzati con plastica riciclata”, prosegue. Rispetto alla mancanza di materia prima per costruire i chip indispensabili alla produzione delle auto di nuova generazione e che ha comportato un aumento dei tempi di consegna, Faltoni spiega che si tratta di un fenomeno generato dalle conseguenze della pandemia: “È un problema che è scaturito dall’aumento di domanda di apparecchi elettronici per lavorare e studiare da casa e dallo stop degli stabilimenti produttivi. Arriveremo a una soluzione a metà dell’anno prossimo, non prima”.

(ITALPRESS).

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