di Stefano Vaccara
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Manca ormai soltanto la firma di Donald Trump. Dopo il voto schiacciante della Camera, anche il Senato ha dato il via libera alla richiesta di rendere pubblici tutti i file legati al caso Epstein. E lo ha fatto senza neppure ricorrere a un voto formale: i due leader, Chuck Schumer per i Democratici e John Thune per i Repubblicani, hanno annunciato che l’approvazione avverrà per consenso unanime, segno che ormai l’aula non intende più opporsi alla trasparenza. La misura è quindi arrivata sulla scrivania del presidente, che dovrà decidere se mantenere la promessa fatta negli ultimi giorni. Una promessa che contrasta con la sua lunga resistenza: per mesi Trump aveva liquidato la questione come una “bufala”, accusando i detrattori di voler montare un caso inesistente. Solo quando è diventato chiaro che il Congresso, spinto dai sopravvissuti e da un gruppo trasversale di parlamentari, avrebbe comunque imposto il voto, il presidente ha improvvisato un repentino cambio di rotta dichiarando che “firmerà”.
La realtà politica tuttavia è più brutale: Trump non controlla più la narrativa sul caso Epstein. Il Congresso ha forzato la mano, ignorato i tentativi di insabbiamento procedurale e dimostrato che il pressing dell’opinione pubblica è più forte della disciplina di partito. Che il Senato si allinei senza fiatare a una misura che la Casa Bianca aveva osteggiato fino a ieri rappresenta un segnale inequivocabile: la strategia dilatoria è fallita, e il presidente ora deve inseguire gli eventi per non ritrovarsi formalmente dalla parte dell’opacità. Il via libera unanime del Senato non porta solo alla pubblicazione dei documenti: segna una sconfitta politica netta per l’amministrazione, travolta dalla determinazione di chi ha imposto che la verità venga finalmente alla luce. Ora la palla passa a Trump. E il Paese attende di vedere se manterrà la sua parola.
– foto IPA Agency –
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