Non fu Milan contro Napoli ma – dieci anni dopo – Allegri contro Conte. E ha vinto Allegri, ma la spettacolosa storia è tutta da raccontare. Come se fosse un fascinoso derby juventino. Corto Muso contro Intensità, momenti di italianissima gloria calcistica moderna accompagnati da 3 scudetti bianconeri di Conte (più uno ciascuno, dopo, con Chelsea, Inter e Napoli) e 5 consecutivi di Allegri con la Juve (2015-2019) dopo un tricolore con il Milan. Il meglio in assoluto. Ma non è stato un confronto tattico, piuttosto un confronto d’energia, quasi nobile battaglia dopo mezz’ora di disinvolta supremazia rossonera con un gol rapidissimo di Saelemaekers al 3′ e il raddoppio del mobilissimo Pulisic al 31′.
Poi il rigore concesso al Napoli al 56′ – e realizzato da De Bruyne – ha rovesciato la partita. Intorno alla decisione del penalty è successo di tutto: 4 logoranti minuti di Var e l’espulsione di Estupinian (autore del fallo da rigore) hanno spinto Allegri a una scelta infelice, la sostituzione del volante Pulisic con il difensore Bartesaghi, una parodia del Corto Muso quando al 68′ deve uscire Saelemaekers infortunato. Entra sì l’applaudito Leao ma il suo contropiede non trova l’interlocutore decisivo. Il Napoli assedia un grande Maignan, sfodera anche Lucca ma manca felicissime occasioni da gol per eccesso di eccitazione e non riesce a piegare le mani di Maignan, il coraggio di Rabiot e il genio di Modric il Magnifico. Grande partita, Milan e Napoli in testa. Con la Roma. Spesso è bello anche lo spettacolo vivacizzato dagli errori.
Con tutto il rispetto per il big match di San Siro, avrei chiuso felice la mia domenica con il bellissimo gol di Camarda…inflitto al 94′ al Bologna per il pari del Lecce con un gesto tecnico e atletico da campione: a 17 anni, 6 mesi e 18 giorni. Forse non tutti i miei lettori sanno che mi batto da anni per Francesco (ne aveva meno di 15, oggi ne ha appunto più di 17) che nelle giovanili del Milan aveva realizzato 483 gol, resuscitando uno dei miei miti, Renzo De Vecchi, battezzato “Figlio di Dio” all’alba del Novecento, peraltro grande difensore rossonero. Camarda non è stato ritenuto degno del Milan, bene, l’ha preso al Lecce Pantaleo Corvino e, dopo il gol napoletano di Lucca (un altro ventennial che ho scoperto e…reclamizzato quand’era in C a Palermo) Camarda ha dimostrato non solo le sue qualità di bomber ma si è trasformato in trascinatore del Lecce nella fase più delicata della partita, quando i giallorossi premevano energicamente contro il muro rossoblù. Non è un caso che prima che lui entrasse, al 67′, era uscito da 5 minuti Orsolini, dopo aver segnato il gol su rigore con il quale ha regalato il gol del pareggio al Bologna e ha superato Beppe Signori nella classifica dei marcatori della storia del club (68 contro 67). Non so se Italiano sapeva del record, penso che potesse difenderlo meglio.
Mi sono goduto Camarda ma il pomeriggio mi ha portato anche la lieta novella di una Roma capace di uscire dai travagli finanziari americani e partorire una franca seppur faticosa vittoria sul Verona che la porta prima in classifica con Milan e Napoli. Dopo i successi contro la Lazio nel derby e il Nizza in Europa League, la squadra di Gasperini ha trovato il passo giusto non per colpi di fortuna ma per una naturale, ancorchè faticosa, crescita della squadra. Ammirati per l’occasione Svilar, Dovbyk, Celik, Soulè: non c’è Paulo ma è comunque Joya per una Roma riabilitata. A proposito, mi chiedo quanti di voi – siate sinceri – aspettano da settimane almeno un battibeccuccio fra il suscettibile Gasperini e il controllato Ranieri. Dico ai sospettosi: mi fido di questi rispettabilissimi professionisti e son sicuro che se dovessero affrontarsi lo farebbero – da ironici gransignori – alla faccia vostra.
Italo Cucci ([email protected])
Allegri batte Conte, Camarda trascinatore, Roma col passo giusto
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