TIRANA (ALBANIA) (ITALPRESS) – Sono 3,7 milioni i cittadini albanesi chiamati oggi a eleggere i 140 membri del Parlamento monocamerale. I seggi elettorali aperti dalle 7 (ora locale) lo rimarranno fino alle 19. Il voto contiene un’importante novità, perché per la prima volta potranno esprimersi anche gli albanesi residenti all’estero. La riforma è stata introdotta dopo una sentenza della Corte costituzionale e la conseguente procedura legislativa avviata dall’Assemblea nazionale.
Proprio i numerosi voti della diaspora potrebbero far pendere la bilancia delle preferenze per una competizione ancora dominata da due “volti noti” della politica albanese, il leader socialista e attuale premier in carica, Edi Rama, e il leader del Partito democratico d’Albania (PD), l’ex premier ed ex presidente Sali Berisha. Secondo gli ultimi sondaggi, il Partito socialista (PS) è in testa alle preferenze dell’elettorato e dunque il suo leader potrebbe essere confermato, per la quarta volta consecutiva dal 2013, alla guida della maggioranza di governo. Lo sfidante, l’ottantenne Sali Berisha, è tornato al comando del Partito Democratico (PD) nel 2022 dopo una lunga parentesi cominciata anch’essa nel 2013, anno della sconfitta elettorale con Rama e delle conseguenti dimissioni da presidente della forza politica. Poco dopo aver ripreso le redini del partito, Berisha è finito sotto i riflettori per le accuse di corruzione mosse dalla Procura speciale (Spak) in un presunto caso di favoritismo nei confronti del genero per la privatizzazione dell’ex campo sportivo “Partizani”, ed è stato sottoposto agli arresti domiciliari come misura cautelare tra la fine del 2023 e la fine del 2024. Il leader del PD si è alleato per queste elezioni con Ilir Meta, presidente della Repubblica dal 2017 al 2022, e il Partito della Libertà (PL) da lui guidato formando la coalizione “Alleanza per una grande Albania”.
Anche Meta è stato accusato di corruzione ed è tutt’ora in carcere in regime di custodia cautelare. Il coinvolgimento dei due leader in casi giudiziari ha portato, negli scorsi mesi, a diverse proteste di piazza organizzate dai loro sostenitori, che accusavano Rama di fare un uso “politico” della magistratura. Ma anche il governo Rama, in questi 12 anni, è stato lambito da inchieste giudiziarie, come quella riguardante la costruzione di alcuni inceneritori, che ha portato alla condanna dell’ex ministro dell’Ambiente Lefter Koka e dell’ex braccio destro del premier, Arben Ahmetaj. Tra gli altri partiti in gara ci sono delle nuove forze politiche nate attorno ad organizzazioni della società civile (L’Albania si può costruire, L’Iniziativa Hashtag, Il Movimento Insieme), segnale anche questo dell’atmosfera di “rinnovamento” portata dalle indagini condotte dalla Procura speciale anticorruzione. Il presidente Bajram Begaj, prima dell’inizio del silenzio elettorale, ha inviato un messaggio alla popolazione albanese, in cui ha sottolineato che con queste elezioni “i cittadini hanno l’opportunità e il diritto di decidere del proprio futuro, di quello delle loro famiglie e della nostra Albania”.
Il messaggio è stato pronunciato dopo l’incontro con una delegazione del Parlamento europeo, guidata da Michael Gahler e arrivata a Tirana per monitorare il processo elettorale. Gli osservatori internazionali hanno mostrato particolare interesse per le novità introdotte con il voto dei cittadini all’estero e l’attenzione è condivisa sia dal premier Rama che dal leader del PD Berisha. Il primo ministro ha invitato venerdì scorso, attraverso un messaggio su Facebook, i cittadini all’estero che ancora non si sono registrati “a farlo”, per non perdere “lo storico appuntamento dell’11 maggio”. Rama, che guida una coalizione di centro-sinistra, punta sul percorso verso l’adesione europea, che pur lentamente e con fatica ha portato all’apertura dei primi capitoli negoziali nell’ottobre 2024. La popolazione albanese è peraltro quella più a favore, in tutti i Balcani occidentali, dell’ingresso in Ue, con una quota pari all’80% dell’intera cittadinanza. Anche il leader del PD Berisha, in una conferenza stampa riportata dall’agenzia di stampa Ata, ha affermato venerdì che “la diaspora albanese è l’anima” di questa campagna elettorale.
“Il mio messaggio è che chiunque potrà venire a votare l’11 maggio renderà un servizio storico al proprio Paese. L’11 maggio è il giorno decisivo per il futuro della nazione”, ha sottolineato Berisha, che con il suo partito di centro-destra propugna riforme economiche come una flat tax del 10%, l’Iva al 15% e agevolazioni per le piccole imprese. Sono 250 mila le registrazioni elettroniche pervenute alla Commissione elettorale centrale, ma il numero di persone che compone la diaspora è sicuramente più alto, almeno un milione secondo alcune stime. I dati dell’ultimo censimento mostrano che tra il 2011 e il 2023 se ne sono andati 420 mila cittadini e la causa risiederebbe nelle difficoltà economiche riscontrate in patria. La tendenza potrebbe arrestarsi, stando alle ultime previsioni che mostrano il Pil nazionale in crescita del 3,9% nel 2024 e del 3,7% nel 2025. L’Albania ha inoltre in cantiere nuovi grandi investimenti, come l’aeroporto internazionale di Valona e il porto commerciale di Durazzo, destinati a fare da “volano” all’economia nel medio e lungo periodo. Di contro restano però delle carenze strutturali, come la differenza tra città e campagne, che ha portato peraltro ad un vero e proprio boom edilizio nei grandi agglomerati urbani. Resta anche da formare la forza lavoro, contrassegnata da una bassa produttività, e preoccupa l’estensione dell’economia informale, che assorbirebbe secondo alcuni calcoli il 29% degli occupati.
-Foto: Ipa Agency-
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