VENEZIA (ITALPRESS) – Composto in un bianco e nero che taglia le sfumature e oppone soprattutto i contrasti, arriva nel Concorso di Venezia 82 “Lo straniero”, rilettura del capolavoro di Albert Camus a opera di François Ozon. La posa in opera è fedele e rigorosa e in qualche maniera fa i conti col passato familiare del regista, il cui padre è stato giudice in Algeria negli anni ’50. Il testo di Camus è un incredibile trattato psicologico sul senso di disappartenenza alla vita, incarnato nell’indifferenza con cui il giovane protagonista Meursault attraversa la sua esistenza da impiegato ad Algeri. La riflessione sul passato coloniale francese è ovviamente il punto focale del dramma quasi astratto di cui è protagonista, che sgorga in maniera quasi spontanea e di sicuro irrazionale dopo la morte della madre nell’ospizio in cui la aveva sistemata.
L’indifferenza con cui partecipa al funerale è il punto di partenza di uno smarrimento esistenziale che lo vede ormai solo in una Algeri alla quale, lui francese, sente di appartenere pur essendo privo di radici. Quasi senza rendersene conto, dunque, si aggrappa all’amore della collega Marie e all’amicizia pericolosa di Raimond, un vicino di casa traffichino che lo coinvolgerà in una faida con giovani algerini dalle conseguenze tragiche.
François Ozon fa di Meursault un corpo in cerca di una laica penitenza, sospeso tra l’indifferenza morale, che lo attanaglia alla verità spesso brutale e insensibile delle sue azioni e dei suoi sentimenti, e la silenziosa sofferenza dinnanzi alla consapevolezza del dolore quasi inconsapevole che nutre nel suo spirito. Il confronto diretto con la legge lo porrà dinnanzi allo specchio di una coscienza vuota che in tribunale sarà il vero motivo della sua condanna. Il bianco e nero compone la trasposizione del romanzo in un tratto stilistico che sembra dialogare col cinema di Robert Bresson, evidente punto di riferimento morale della messa in scena. Il tono è quasi astratto, indifferente eppure pregno di una sensibilità per i gesti e per le emozioni dei personaggi che garantisce al film una tenuta drammaturgica efficace. Come sempre in Ozon il lavoro sul cast è fondamentale: qui ci sono Benjamin Voisin che interpreta Meursault, Rebecca Marder che è Marie e Pierre Lottin che è Raimond. A loro si aggiunge il solito grande Denis Lavant, nel ruolo del vecchio vicino col cane, figura emblematica della storia.
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