A Draghi il sostegno di Pd e Forza Italia, Fdi non voterà la fiducia

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Il secondo giorno di consultazioni di Mario Draghi, presidente del Consiglio incaricato, ha visto entrare a Palazzo Chigi la prima parte dei big dell’ex maggioranza, Pd, LeU e Italia Viva, e dell’ex opposizione, Fratelli d’Italia e Forza Italia-Udc. Italia Viva e Leu, insieme alle autonomie, sono state ascoltate in mattinata ribadendo il loro sostegno al governo di salvezza nazionale con alcune sostanziali differenze. Per Renzi “Italia Viva sosterrà il governo incaricato dal presidente della Repubblica. Sosterremo Draghi senza veti, indipendentemente da quale sarà la formazione e da quanti ministri tecnici e politici ci saranno. Chi mette veti sbaglia, noi ascoltiamo l’appello di Mattarella. Aver individuato Mario Draghi come interlocutore per formare un nuovo governo ha portato immediatamente una ventata di credibilità e fiducia nel Paese. È una polizza assicurativa per i nostri figli e nipoti: nessuno può negarlo”.
Mentre per LeU questo sostegno non sarà, comunque, a scatola chiusa: “È stato un confronto positivo ma franco. Abbiamo chiarito a Draghi che per noi il programma non è una variabile indipendente – hanno detto Fornaro e De Petris -. Ci esprimeremo in un secondo giro sulla base del perimetro programmatico e politico delineato da Draghi. L’alleanza con Pd e M5S non può essere dispersa. I nostri temi sono incompatibili con la presenza della Lega. Difficile stare insieme a chi liscia il pelo ai No vax e vuole la flat tax”. Un sì è arrivato anche dalle autonomie con la “formula Ursula che sarebbe perfetta. Con i governi tecnici non abbiamo avuto buone esperienze per i nostri piccoli territori”, ha detto Julia Unterberger.
Nel pomeriggio è toccato anche al Pd, capeggiato da Nicola Zingaretti, essere ascoltato dal professor Draghi: “Nell’ambito della fiducia che confermiamo abbiamo espresso al professor Draghi le nostre preoccupazioni e le nostre proposte – ha detto il segretario Dem -. Invieremo le nostre proposte per un programma di governo forte, di lunga durata” ribadendo il “Forte ancoraggio europeo e la storica amicizia euro atlantica che potrà rafforzarsi dopo l’elezione del presidente Biden. L’Italia è tornata protagonista nella costruzione della nuova Europa evitando il danno intollerabile e irreparabile che il nazionalismo avrebbe arrecato all’Italia. Si tratta di un patrimonio da conservare”.
Questi i sì, nel pomeriggio, però, Draghi ha dovuto incassare il primo no, al momento l’unico e ampiamente anticipato, da parte di Fratelli d’Italia che ha “ribadito al presidente incaricato Draghi che in ogni caso non voterà la fiducia al suo governo – ha detto la leader Giorgia Meloni al termine della sua consultazione -. Non riguarda l’autorevolezza di Draghi e non ha nulla a che fare su un eventuale pregiudizio sulla sua figura. Serve sì un governo autorevole ma anche coeso, con una visione chiara. Gli italiani non sono un popolo di serie B. Serve un governo con una maggioranza omogenea, cosa che sarebbe possibile solo con elezioni e un altro Parlamento”.
Una posizione annunciata nei giorni scorsi, che ha anche portato il centrodestra a presentarsi separato. Unica apertura concessa al futuro governo quella di un appoggio in caso di incarico a termine, ma “abbiamo chiesto se fosse disponibile a un mandato a tempo e mi pare che la scelta sia un orizzonte di legislatura. Quello che auspico io è che ci sia una sua visione piuttosto che una sintesi, perché quando si cerca la sintesi, si arriva al compromesso al ribasso. Questo è il principale rischio che vedo”. La Meloni ha comunque portato le proprie proposte sul tavolo: “Non so se Draghi intenda confermare il Recovery Plan di Conte, spero di no. Abbiamo portato le nostre proposte su porti, Sud, natalità, che è un tema economico che tutta l’Ue dovrebbe ascoltare. Per dare una mano non abbiamo bisogno di chiedere ministri e sottosegretari. Se arriveranno provvedimenti per fare bene all’Italia voteremo questi provvedimenti come abbiamo sempre fatto”.
Sul fatto che la Lega potrebbe dare l’appoggio al governo, insieme a Pd e 5 Stelle la Meloni commenta: “Capisco le difficoltà, capisco le pressioni e non mi sento di giudicare le scelte che stanno facendo gli altri. A me piacerebbe che il centrodestra rimanesse compatto. Vorrei andare al governo col centrodestra, non voglio andarci con Pd, M5s e Renzi. E Salvini che ci è andato prima di me forse dovrebbe volerci andare anche meno di me”.
Ultima ad arrivare oggi dall’ex presidente della Banca Centrale Europea è stata la delegazione di Forza Italia guidata non dal suo presidente Silvio Berlusconi, rimasto a casa ma che ha anticipato il colloquio con Draghi via telefono, ma dal vice, Antonio Tajani: “Abbiamo confermato il pieno appoggio, già anticipato dal presidente Berlusconi. Forza Italia si aspetta un esecutivo di alto livello, capace di rappresentare al meglio L’unità del paese coinvolgendo le risorse migliori per affrontare insieme la più grave crisi sanitaria ed economica della Repubblica. Tutto ciò significa un governo dei migliori al servizio dell’Italia e degli italiani”.
“L’alto profilo del presidente Draghi – ha proseguito Tajani, che ha ricordato anche che fu Berlusconi a sceglierlo come governatore della Banca d’Italia – è garanzia non solo di credibilità nel mondo ma anche intorno al quale il paese si debba unire. Forza Italia è pronta a dare un contributo di idee e programmi”. Una giornata positiva, quindi per Draghi, in attesa di domani, il giorno decisivo, nel quale saranno a colloquio con il presidente incaricato i due ex (e forse futuri) alleati Lega e Movimento 5 Stelle.
(ITALPRESS).

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