A Bari nasce Amaranta, Piantedosi “La tratta è uno dei reati più odiosi”

BARI (ITALPRESS) – A Bari, in una villa confiscata al clan Capriati, sul litorale di San Giorgio, in via Giovine 59, è stata inaugurata la prima drop house (centro di accoglienza diurno) destinata alle donne vittime di tratta: un luogo di ascolto, aggregazione, formazione e inclusione lavorativa, promosso dalla cooperativa sociale C.A.P.S. e dall’associazione Micaela onlus in partenariato con la cooperativa sociale Artes, dall’associazione culturale Origens e con il sostegno del Comune di Bari.
All’inaugurazione, tra gli altri, hanno partecipato il ministro dell’Interno Mattero Piantedosi, il presidente della regione Puglia Michele Emiliano e il sindaco di Bari e presidente Anci Antonio Decaro.
“È un’iniziativa molto significativa – ha affermato il ministro Piantedosi – perché incrocia diversi temi, come quello della ridestinazione a scopi sociali dei beni sottratti alla mafia e alla criminalità organizzata. L’iniziativa è molto positiva perché qui verrà posta l’attenzione sul problema delle vittime della tratta, uno dei reati più odiosi che esistano: un reato che sfrutta la povertà degli uomini e delle donne per poi trasformarli in schiavi. Ma l’iniziativa è anche simbolica del fatto che non ci si muove su questi temi solo per emotività, ma per iniziative concrete che riguardano le necessità dei territori. Serve un’antimafia culturale e non solo emotiva”.
“Quello che abbiamo presentato al ministro dell’Interno – ha specificato Emiliano – è un modello al quale lavoriamo da vent’anni, basato su un’intensità investigativa molto forte da parte delle forze dell’ordine e della magistratura, che in Puglia hanno riportato continuamente grandi successi dei quali alle volte la Repubblica Italiana non si vanta abbastanza. Questo non è un problema dei pugliesi, ma un mancato incoraggiamento nei confronti delle altre regioni del sud, in cui i risultati forse non sono allo stesso livello, ma che potrebbero essere incoraggianti dalla lotta del popolo pugliese nei confronti delle nostre mafie”. “A questo modello – ha proseguito il presidente – si è accompagnata sempre un’antimafia sociale, cioè un intervento di gestione generale della società nel quale la nostra è la regione che investe di più (quasi 30 milioni di euro fino a oggi) non solo nell’utilizzo dei beni confiscati, ma nel creare una cultura diffusa di antimafia che consenta a sindaci, scuole, studenti, quartieri difficili di avere una reazione. Ho detto al ministro che siamo pronti a parlare di una legge generale sull’antimafia sociale che consenta a tutti i comuni d’Italia e a tutte le regioni di avere gli uffici che hanno Bari e la Puglia”.
“Per Bari – ha commentato Decaro – l’avvio del progetto Amaranta in una villa confiscata al clan Capriati significa mettere a segno un punto fondamentale sulla scacchiera della legalità, che vede contrapposte le forze del bene e le forze del male. Questo punto per noi vale doppio, perché il progetto non solo ha privato la criminalità di un bene che in quella zona rischiava paradossalmente di aumentare di valore, vista la riqualificazione imminente, ma si propone di sottrarre alla criminalità organizzata ciò che essa identifica come ‘merce’, quindi altra fonte di ricchezza, ossia le donne che purtroppo diventano vittime di tratta”. “Crediamo – ha aggiunto il sindaco – che questo intervento possa inoltre rappresentare un ulteriore elemento qualificante nel percorso di riqualificazione e rifunzionalizzazione che interessa la costa a sud di Bari, finalmente destinataria di un cospicuo finanziamento Pnrr utile a ridefinirne l’assetto urbanistico e ad avviare una profonda trasformazione fisica e sociale. Questa villa sorge di fronte all’ex club Reef, in questi giorni oggetto di un bando di concessione per la valorizzazione, e a poche centinaia di metri da un altro bene confiscato, in questo caso al clan Parisi, dove potrebbe sorgere un asilo nido destinato a un quartiere che sconta storicamente una sensibile scarsità di servizi. Crediamo che l’economia sociale rappresenti uno strumento importante per il cambiamento di quest’ar ea oltre ad offrire un valido supporto alla crescita della comunità sostenendo le persone in situazione di particolare bisogno o fragilità”.
foto xe9 Italpress
(ITALPRESS).

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