
ROMA (ITALPRESS) – “L’ipotesi della pista nera per quanto riguarda le stragi di mafia del 1992, legata al terrorista Stefano delle Chiaie, vale zero tagliato“. Lo ha detto il procuratore capo di Caltanissetta, Salvatore De Luca, durante l’audizione davanti alla Commissione nazionale antimafia.
“Abbiamo in corso ulteriori indagini sulla pista nera – ha sottolineato -. Ciò che sinceramente ci appare un pò strano, un poco singolare è che si insista su un certo filone legato alla pista nera. E mi riferisco alla pista Delle Chiaie, a seguito delle dichiarazioni rese da Maria Romeo e anche dal luogotenente Giustini. Mi pare una autentica perdita di tempo e già ne abbiamo perso abbastanza su questa pista, continuare a parlare di questa vicenda”.
“Attenzione – ha aggiunto il magistrato -, non è che qua noi stiamo venendo a dire che escludiamo che Dalle Chiaie possa avere avuto un ruolo, non abbiamo elementi allo Stato. Uno stragismo di destra storicamente in Italia c’è stato, ma prova che sia collegato alle stragi del 92, non ne abbiamo, non solo prove ma anche concreti elementi”.
Relativamente alle “concause delle stragi del 1992, a parere nostro le precondizioni sono l’isolamento prima di Giovanni Falcone e poi di Paolo Borsellino nell’ambito della Procura di Palermo. La sovraesposizione prima di Falcone e poi di Borsellino, presso la Procura di Palermo, e non solo presso la Procura di Palermo“, ha proseguito De Luca. “Riteniamo che vi siano molteplici e concreti indizi per affermare che la gestione del filone ‘Mafia e appalti’ presso la procura retta da Giammanco sia una delle concause della strage di via D’Amelio, e vi sono elementi per ritenere che sia anche una delle concause della strage di Capaci”, ha evidenziato il magistrato.
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