Approvati i nuovi Piani provinciali e d’ambito della Protezione civile in Emilia-Romagna

BOLOGNA (ITALPRESS) – Una fotografia del territorio con informazioni aggiornate per conoscerne nel dettaglio le caratteristiche e i potenziali rischi legati al dissesto idrogeologico e ai cambiamenti climatici, progettando così le risorse e le forze in campo per prevenirli e contrastarli. È quella offerta dai nuovi Piani provinciali e d’ambito di Protezione civileapprovati dalla Giunta regionale: un fondamentale strumento operativo che mette a sistema conoscenze, risorse e procedure per rendere più efficace la gestione delle emergenze sul territorio. Un unico documento dalla struttura omogenea che da Piacenza a Rimini offre un quadro chiaro e aggiornato a supporto del sistema regionale di Protezione civile e dei cittadini.

Tra le novità, la versione in formato digitale, secondo uno standard nazionale, che permette di aggiornare costantemente i contenuti forniti dagli enti e raccolti nel servizio dati geografici. Questi piani rappresentano il frutto di un lavoro di squadra coordinato dall’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la Protezione civile, in collaborazione con Prefetture, amministrazioni locali e strutture operative.

“Adeguiamo e miglioriamo i nostri strumenti di prevenzione per far fronte a sfide sempre più rilevanti- sottolinea la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini-. L’aggiornamento dei piani provinciali rappresenta un passo in avanti fondamentale per non farci trovare impreparati in caso di emergenze come quelle abbiamo vissuto negli ultimi anni. Si tratta- prosegue la sottosegretaria- di strumenti essenziali per la sicurezza del territorio e dei cittadini, perché solo attraverso la conoscenza dei rischi, la definizione dei ruoli operativi e il coordinamento tra istituzioni, volontariato e comunità locali, possiamo garantire una risposta tempestiva in caso di emergenza”.

Per ognuno dei nove ambiti provinciali, il documento presenta un inquadramento territoriale completo: dalla geografia e popolazione alle infrastrutture, dai corsi d’acqua alle opere idrauliche, fino ai servizi essenziali. Ampio spazio è dedicato all’analisi dei rischi specifici – alluvioni, frane, terremoti, incendi boschivi, valanghe, collasso dighe ed incidenti industriali – e soprattutto agli scenari di evento, la base della pianificazione di protezione civile e della costruzione degli scenari di rischio, dove sono descritti gli effetti che si possono generare sull’uomo, sui beni, sugli insediamenti, sugli animali e sull’ambiente.

Una sezione chiave è quella dedicata al modello di intervento in caso di emergenza: dal sistema di allertamento alla mobilitazione dei centri operativi, dalle forze di soccorso al volontariato, fino al ripristino dei servizi essenziali e al ritorno alla normalità e alle procedure operative specifiche che gli enti e i soggetti coinvolti ai diversi livelli di coordinamento devono attuare. A questo scopo è stato definito un modello organizzativo univoco: il prefetto, sentito il presidente della Regione, può convocare il Centro coordinamento soccorsi (CCS) per assicurare la direzione unitaria di tutti i servizi di emergenza da attivare a livello provinciale, evitando duplicazioni e sovrapposizioni di competenze. Il CCS si avvale della Sala operativa provinciale integrata (SOPI).

Grande attenzione è inoltre riservata alla comunicazione ai cittadini, promuovendo strumenti informativi come il portale AllertaMeteo e IT-Alert il sistema nazionale di allarme pubblico. Infine, ogni piano è corredato da una cartografia a supporto delle valutazioni degli scenari di rischio e degli interventi come, ad esempio, l’inventario frane e la carta delle aree allagabili per rischio alluvioni.

– foto IPA Agency –

(ITALPRESS).

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