Malattie infettive tropicali, cresce l’attenzione anche in Italia

ROMA (ITALPRESS) – Negli ultimi anni, e in particolare nell’ultima estate, in Italia si è registrata una crescente attenzione verso le malattie infettive tropicali, fino a poco fa considerate rare o circoscritte a specifiche aree del mondo. La crescita dei viaggi internazionali e i flussi migratori hanno contribuito all’incremento nel nostro paese di patologie tipiche di altri continenti; inoltre, i cambiamenti climatici e la diffusione di alcuni tipi di zanzare hanno favorito la possibilità di trasmissione anche in aree mediterranee delle cosiddette malattie tropicali da vettore quali Deng, Cicongunia e Zica.

“I cambiamenti climatici e la ripresa dei viaggi dopo la pandemia sono fattori che, in qualche modo, possono aver favorito un incremento delle patologie da vettori che normalmente non sono presenti nel nostro paese”, ha dichiarato Emanuele Nicastri, direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive ad alta intensità di cura presso l’istituto Spallanzani di Roma e segretario della Società italiana malattie infettive tropicali (Simit), intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.

Fondamentale, di fronte al progressivo aumento degli episodi, alzare la soglia di attenzione: “Abbiamo circa 700-800 casi di malaria importati all’anno e nel 2025 abbiamo avuto centinaia di casi di Cicongunia, sia importati che autoctoni, soprattutto in Veneto ed Emilia: ci dobbiamo adattare, soprattutto nel periodo estivo, a ricevere patogeni che possono acclimatarsi molto bene alle nostre latitudini. Ogni patogeno che può causare una malattia infettiva ha una particolare predilezione per una certa zanzara: alcune specie potrebbero veicolare di nuovo la malaria, mentre altre patologie possono provenire dalla zanzara tigre che si è adattata perfettamente alle nostre latitudini”.

In questo senso, aggiunge Nicastri, “Deng, Cicongunia e Zica sono tutte malattie che riconoscono nella zanzara tigre il principale vettore. Molti dei picchi di casi autoctoni si sono verificati a cavallo di Ferragosto, in conseguenza delle frequenti piogge estive: bisogna fare attenzione a episodi di febbre legati a sfoghi cutanei o dolori articolari, soprattutto se in casi aggregati o familiari; in quel caso non è una banale influenza, ma può essere identificata con una patologia proveniente da una zanzara tigre”.

Indispensabile, per il segretario del Simit, la sinergia tra istituzioni per affrontare il fenomeno: “Allo Spallanzani abbiamo un piano di lotta alle infezioni trasmesse dalle zanzare, che dura cinque anni e prevede una serie di componenti legate alla sanità sia umana che veterinaria: dobbiamo mettere insieme tutti i professionisti e fare piccoli piani regionali, che possano andare a comporne uno grande a livello nazionale. Quando c’è stata l’epidemia di West Nile in Lazio, che riconosce un tipo diverso di zanzara, abbiamo fatto diverse riunioni con sindaci, pediatri e medici di famiglia per avere un dato di sorveglianza che funzionasse”.

Altrettanto importante insistere sulla ricerca, perché “in particolare la Deng sta esplodendo in tutti i paesi compresi tra i tropici: in questo momento abbiamo a disposizione due vaccini, ma uno è fuori produzione. Chi deve partire per le aree tropicali deve sempre valutare la possibilità di vaccinarsi: per Cicongunia stiamo arrivando a un vaccino efficace e se ne stanno valutando un paio, per Zica siamo ancora lontani purtroppo. Non ci sono ancora efficaci terapie antivirali per nessuna delle tre malattie, mentre per la malaria il vaccino c’è ma non è il caso di farlo per chi viaggia”.

-Foto tratta da video ‘Medicina Top’-
(ITALPRESS).

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