TEL AVIV (ISRAELE) – Il gruppo terroristico palestinese Hamas ha espresso oggi il proprio impegno per raggiungere un consenso nazionale palestinese e promuovere la cooperazione tra le fazioni al fine di risolvere tutte le questioni ancora aperte riguardanti la forma di governo nella Striscia di Gaza dopo la guerra. In un comunicato stampa, Hamas ha sottolineato di aver completato la prima fase dell’accordo, che prevedeva la consegna degli ostaggi vivi e dei corpi, e di essere al lavoro per portare a termine la consegna dei resti ancora trattenuti.
Inoltre, il gruppo al potere a Gaza ha affermato che la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza richiede ulteriori discussioni e intese tra le parti coinvolte. “Ci prepariamo a un dialogo nazionale palestinese e invitiamo tutti ad aderire allo spirito di unità nazionale che si sta consolidando a Gaza”, si legge nel comunicato. Hamas ha inoltre rinnovato il proprio pieno impegno nell’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco, dichiarando di voler garantirne il successo e la sua applicazione concreta sul campo. Nel comunicato Hamas ha detto di aver ricevuto garanzie chiare dai mediatori – Egitto, Qatar e Turchia – oltre a conferme dirette da parte degli Stati Uniti secondo cui “la guerra è effettivamente finita”.
ALTRI DUE CORPI RILASCIATI IN SERATA
Dovrebbero essere consegnate a Israele questa sera, intorno alle 21:00, le salme di altri due ostaggi che si trovano nella Striscia di Gaza, nelle mani di Hamas, dal 7 ottobre 2023. Lo riportano i media israeliani. Un funzionario israeliano citato dai media afferma che Hamas non conosce la posizione di cinque dei 13 ostaggi deceduti ancora detenuti a Gaza. Il gruppo terroristico sta “giocando e prende tempo, al fine di estendere il cessate il fuoco senza raggiungere la seconda fase dell’accordo, che richiede che si disarmi”. Il cessate il fuoco entrato in vigore il 10 ottobre scorso prevede che Hamas restituisca tutti gli ostaggi, ma 13 corpi si trovano ancora nella Striscia e Hamas sostiene di non riuscire a recuperarli per la devastazione della guerra.
LA MOGLIE DI BARGHOUTI CHIEDE A TRUMP IL RILASCIO DEL MARITO
La moglie del leader palestinese Marwan Barghouti, attualmente in carcere in Israele, ha esortato il presidente americano Donald Trump a impegnarsi per la liberazione del marito. “Signor presidente, la attende un vero partner, qualcuno che può aiutarla a realizzare il sogno che condividiamo di una pace giusta e duratura nella regione”, ha dichiarato Fadwa Barghouti in una dichiarazione al Time. “Per il bene della libertà del popolo palestinese e della pace per tutte le generazioni future, aiuti a liberare Marwan Barghouti”, ha aggiunto. Ieri Trump ha dichiarato in un’intervista al Time che “prenderà una decisione” sulla questione del rilascio di Barghouti. Durante i negoziati tra Hamas e Israele culminati con l’accordo di Sharm el-Sheikh dell’8 ottobre scorso, è emerso il nome di Barghouti nella lista dei prigionieri palestinesi da rilasciare in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani.
Marwan Barghouti, 66 anni, è in carcere in Israele dal 2002 ed è stato condannato nel 2004 a cinque ergastoli per il suo ruolo negli attacchi durante la seconda Intifada, la rivolta armata palestinese seguita al fallimento degli Accordi di Oslo del 1993. I tribunali israeliani lo hanno condannato per aver ordinato sparatorie e attentati dinamitardi in cui sono morte cinque persone, sebbene abbia negato il suo coinvolgimento e si sia rifiutato di difendersi, affermando di non riconoscere la legittimità del tribunale israeliano. Barghouti ha preso parte al processo di pace di Oslo e rimane una figura apprezzata tra i palestinesi. Un tempo importante partecipante al processo di pace di Oslo, Barghouti era noto per aver coltivato legami con alti funzionari israeliani.
RUBIO “ANNESSIONE CISGIORDANIA MINACCIA PER PROCESSO DI PACE”
“L’annessione della Cisgiordania” a Israele “rappresenterebbe una minaccia per l’intero processo di pace” in Medio Oriente. Lo ha detto il segretario di Stato americano, Marco Rubio, in visita presso la militare statunitense di Kiryat Gat, nel sud di Israele, istituita per monitorare la tregua e l’ingresso degli aiuti umanitari.
“Se Hamas rifiuta di disarmarsi, sarà una violazione dell’accordo” raggiunto l’8 ottobre a Sharm el-Sheikh con Israele. “Israele sta rispettando i suoi impegni. Speriamo di creare le condizioni affinché Hamas non abbia alcun controllo sulla popolazione”, ha aggiunto, ammettendo che servirà del tempo. “Questo non accadrà la prossima settimana. Ma vogliamo creare le condizioni affinché la gente non abbia paura di Hamas”, ha affermato.
Washington sta “costruendo una forza di stabilizzazione – per Gaza – che includa tutti i paesi che offrono forze e risorse. Stiamo sviluppando il mandato appropriato, sia attraverso le Nazioni Unite che tramite un’altra entità”. Rubio ha aggiunto che l’obiettivo è “garantire il mantenimento del cessate il fuoco e che la popolazione riceva aiuti senza saccheggi, e creare le condizioni per l’ingresso della forza di stabilizzazione in modo da poter procedere con la ricostruzione”. Il capo della diplomazia di Washington ha inoltre affermato che “non esiste un piano B, questo è il piano migliore”. Riguardo al coinvolgimento della Turchia nella forza di stabilizzazione, Rubio ha affermato che la forza internazionale sarà composta da “Paesi con cui Israele si sente a suo agio”. La base di Kiryat Gat “include più di 24 paesi, comprese nazioni musulmane che si sono impegnate a non far sì che Gaza sia controllata da Hamas”, ha precisato Rubio.
ISRAELE A VANCE “HAMAS PUO’ RECUPERARE 10 DEI 13 OSTAGGI”
Israele ritiene che il gruppo terroristico palestinese al potere a Gaza, Hamas, sia in grado di restituire i corpi di almeno 10 dei 13 ostaggi deceduti ancora trattenuti a Gaza. E’ quanto emerso durante l’incontro di ieri a Tel Aviv fra il vicepresidente statunitense J.D. Vance, e alti funzionari della difesa israeliana – tra cui il ministro della Difesa, Israel Katz, e il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), Eyal Zamir, secondo l’emittente pubblica Kan. L’intelligence delle Idf ritiene che Hamas possa restituire i corpi anche prima dell’intervento di squadre internazionali. In passato, tuttavia, era stato segnalato che Hamas potrebbe non riuscire a localizzare tutti i resti degli ostaggi. Prima della tregua, Hamas deteneva i corpi di 28 ostaggi deceduti: finora ne ha restituiti 15 e liberato 20 vivi, consegnando gli ultimi due corpi martedì scorso.
RUBIO “USA POSITIVI E FIDUCIOSI” SUL CESSATE IL FUOCO A GAZA
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha dichiarato, dopo un incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu, che Israele, gli Stati Uniti e i suoi partner stanno facendo “buoni progressi” nel completare la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco. Rubio ha affermato che la motivazione alla base della serie di visite dei funzionari statunitensi, tra cui il vicepresidente J.D. Vance, è che “il presidente ha fatto di questo una priorità assoluta”.
“È incredibile che in soli sette o otto giorni siano stati messi in atto tutti i sistemi”, ha detto. Tuttavia, ha osservato che nessuno si “fa illusioni”, poiché “c’è ancora molto lavoro da fare e risultati più grandi da raggiungere”. Rubio ha aggiunto: “Siamo molto positivi e fiduciosi che arriveremo agli obiettivi nonostante ostacoli sostanziali. Ci arriveremo”. Da parte sua, Netanyahu ha commentato le visite di Vance, Rubio e degli inviati Usa Steve Witkoff e Jared Kushner affermando che si tratta di “un cerchio di fiducia e collaborazione. Lei è stato un amico straordinario di Israele. Ora ci aspettano giorni decisivi. Vogliamo promuovere la pace, abbiamo ancora problemi di sicurezza, ma penso che possiamo lavorare insieme e, lavorando insieme, affrontare le sfide e cogliere le opportunità”.
– Foto IPA Agency –
(ITALPRESS).









