A Capaci inaugurato un murale per omaggiare gli “angeli” di Falcone

PALERMO (ITALPRESS) – Un murale per rendere omaggio agli agenti della Quarto Savona Quindici, la scorta del giudice Falcone coinvolta assieme al magistrato e alla moglie Francesca Morvillo nell’attentato del 22 maggio 1992. E’ stato inaugurato a Capaci, in provincia di Palermo, e realizzato nell’ambito del progetto ‘Le Strade da seguire’ della Fondazione Federico II.

Raffigura in sequenza i tre poliziotti componenti dell’equipaggio che sorvegliava ogni spostamento del magistrato. A 33 anni dalla strage, si tratta di un riconoscimento visibile e permanente riservato ad Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani rimasti accanto fino all’ultimo al giudice antimafia, tanto da diventare per tutti gli “Angeli custodi di Giovanni Falcone”, che è anche il titolo dell’opera realizzata dall’artista palermitano Igor Scalisi Palminteri sulla facciata laterale di un condominio in via Monsignor Siino.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno, del sindaco di Capaci, Pietro Puccio, di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso, Tina Montinaro, vedova dell’assistente di Polizia Antonio Montinaro. Tutti gli intervenuti hanno avuto parole d’apprezzamento per il progetto ‘Le Strade da seguire’ che, attraverso l’arte, sta esaltando in tutto il territorio regionale gli eroi che sul campo hanno combattuto la criminalità mafiosa.

“Si tratta di una pugnalata che si rinnova – ha detto Maria Falcone – perché questi volti sembrano assolutamente veri, ma siamo veramente felici che vengano ricordati attraverso questa opera. E se si pensa che 33 anni fa c’era chi si lamentava scrivendo ai giornali perché infastidito dalle sirene delle scorte, oggi ne abbiamo fatti di passi avanti!”.

“Davanti a questo non c’è altro che dolore – ha aggiunto Montinaro -. Lo stesso dolore che si riprova sempre anche dopo 33 anni. Però è importante che tutti loro siano ricordati perché d’esempio per i giovani e per capire quanto è determinante lavorare per liberare la Sicilia dalla mafia”.

“Oggi – ha sottolineato Gaetano Galvagno – ricordiamo le vittime della strage di Capaci ed in particolare gli agenti Montinaro, Dicillo e Schifani, perché è vero che i nostri fari sono eroi come Falcone e Borsellino, ma ci sono state altre persone che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia. Vogliamo così raccontare la Sicilia di uomini come Carlo Alberto Dalla Chiesa, Boris Giuliano, Rosario Livatino e dei tanti altri che non hanno chinato la testa. Lo facciamo proprio per contrastare il racconto sbagliato che certa cinematografia fa della nostra terra che non è, lo ribadisco, la terra di Riina e Provenzano!”. Il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, ha inoltre sottolineato le tante richieste che stanno pervenendo alla Fondazione Federico II da parte di altre amministrazioni comunali che “intendono installare questi presidi di memoria e legalità nelle loro comunità”.

– foto ufficio stampa Fondazione Federico II –

(ITALPRESS).

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