MILANO (ITALPRESS) – Il settore edilizio italiano si trova ad affrontare la sfida legata all’obsolescenza del proprio patrimonio immobiliare: con un tasso di rinnovamento annuo dello 0,85%, contro l’1,7% di Francia e Germania, e l’84,5% degli edifici costruiti prima del 1990, l’Italia presenta il parco edilizio più vetusto d’Europa. Nonostante un aumento degli edifici in classe energetica A (dal 2,9% al 3,8% tra il 2018 e il 2025), con il 79% degli immobili italiani è ancora oggi in una classe energetica inferiore alla D, evidenziando la necessità di interventi di riqualificazione per migliorare l’efficienza energetica e ridurre i consumi.
A questo si aggiungono le stime secondo cui – con emissioni lorde di gas serra pari a 75,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2021 e considerando l’attuale trend inerziale – il completamento della decarbonizzazione del settore edilizio italiano non si raggiungerebbe prima del 2103, ben oltre il traguardo fissato dal piano europeo Fit for 55, che richiederebbe una riduzione delle emissioni a 12,4 milioni di tonnellate entro il 2050. Un ritardo che ha conseguenze anche sulla spesa delle famiglie per i consumi elettrici e termici degli edifici, che è aumentata del 31% dal 2015 a oggi e ha raggiunto un valore di 54,2 miliardi di euro. In questo scenario, risulta sempre più urgente la conversione al paradigma di Smart Building.
La filiera degli Smart Building genera già oggi 163 miliardi di euro di fatturato e 43 miliardi di euro di Valore Aggiunto, occupando 419 mila addetti1 e con la possibilità di creare ulteriori 200 mila nuovi posti entro il 2030. Sarà però fondamentale formare una nuova generazione di professionisti dotati di competenze green e smart, indispensabili per accelerare la transizione sostenibile e garantire un futuro in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e innovazione. A fare il punto è la terza edizione della Community Smart Building di TEHA Group, 1° Think Tank privato e indipendente in Italia, che – con il supporto dei partner ABB, ANCE Lombardia, BTicino, IRSAP, KONE, MCZ Group e Principe Ares – lancia 7 proposte per promuovere la transizione energetica e accelerare l’adozione del paradigma dello Smart Building, contribuendo così alla sostenibilità ambientale, economica e sociale del settore edilizio.
“L’efficientamento smart degli edifici più vetusti porterebbe a una riduzione del 29% dei consumi energetici e del 5% di quelli idrici, con un risparmio netto complessivo di 17-19 miliardi di euro. Per accelerare la diffusione degli Smart Building in Italia e promuovere lo sviluppo della relativa filiera, la Community ha raccolto le 7 proposte individuando tre ambiti di azione chiave”, spiega Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile della Community Smart Building di TEHA Group. “Il primo riguarda le competenze, per sviluppare programmi di upskilling e reskilling per tutti gli operatori della filiera estesa, come progettisti, contractor, installatori e impiantisti, anche in collaborazione con le ITS Academy. Il secondo ambito è relativo a incentivi e finanziamenti, con la necessità di rivedere il sistema di incentivi per renderlo proporzionale ai risparmi energetici e introdurre un “Libretto della casa”, per la certificazione degli interventi effettuati negli edifici. Infine, si punta sulla consapevolezza, promuovendo una maggiore collaborazione tra pubblico e privato e migliorando il coordinamento tra i diversi stakeholder del settore”.
Le azioni chiave individuate saranno analizzate in occasione del Forum Smart Building che si svolgerà mercoledì 28 maggio a Roma, presso gli Horti Sallustiani. L’evento sarà l’occasione per presentare i risultati del Rapporto Strategico 2025 della Community Smart Building e discutere con i Vertici della business community, i key opinion leader e i rappresentanti delle Istituzioni italiane ed europee le proposte di azione per supportare la trasformazione smart del parco immobiliare italiano, a sostegno della crescita e modernizzazione del Paese.
– foto IPA Agency –
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