Università Palermo, progetto per il recupero delle risorse dalla depurazione delle acque

PALERMO (ITALPRESS) – E’ stato inaugurato all’Università di Palermo, alla presenza del rettore Massimo Midiri, il “WRRF water resource recovery”. Si tratta dell’unico impianto dimostrativo sperimentale a livello mondiale all’interno di un campus universitario, dedicato al riuso dell’acqua depurata ed al recupero di risorse della depurazione (bioplastiche e fertilizzanti a base di fosforo ed azoto) e alla minimizzazione dei fanghi biologici attraverso la applicazione di tecnologie avanzate (water smart solutions).
“E’ un esempio evidente di sostenibilità – afferma il rettore Midiri – noi ci crediamo molto. Questo è un esempio concreto e spero possa diventare un modello. Vi è anche la collaborazione con altri due paesi: Corleone e Marineo, dove ci sono altri due impianti sperimentali di questo tipo, ciò mostra come l’Università si pone alla guida di un ragionamento che speriamo possa veramente portare ad un miglioramento della nostra condizione di vita”.
Il dimostrativo è realizzato nell’ambito del progetto europeo “Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions”, di cui è responsabile scientifico per UniPa Giorgio Mannina, ordinario di Ingegneria Sanitaria-Ambientale, ed ha come principale obiettivo la possibilità di recuperare materie prime (fosforo, azoto, biopolimeri e acqua trattata per il riuso) dalla depurazione delle acque reflue favorendo la simbiosi industriale per portare il concetto di innovazione sul mercato.
“Sulla sostenibilità c’è un intero laboratorio di ricerca – continua il rettore Midiri – che riguarda moltissimi temi: dalla sostenibilità ambientale all’ecologia, strettamente correlati anche alla biodiversità. In questo momento, un gruppo di nostri docenti e studenti sta lavorando per mettere in campo delle proposte che possono diventare linee guida in ambito sia regionale che nazionale”.
Il dimostrativo, realizzato nell’ambito del progetto europeo Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions che ha ricevuto dalla Commissione Europea un finanziamento che supera gli 11 milioni di euro di cui oltre un milione e mezzo ad UniPa, è composto da quattro elementi principali: un impianto di sollevamento composto da una vasca di raccolta, un sistema intelligente di controllo delle pompe ed una condotta di convogliamento dell’acqua reflua prodotta dal campus UniPa di circa 600 metri sottotraccia; una stazione sperimentale con impianti pilota composti da tre linee: riuso e minimizzazione dei fanghi, bioplastiche e produzione fertilizzanti; un laboratorio in materiale ecosostenibile (legno lamellare) per le misure dei parametri della stazione pilota; una serra in plastica ed acciaio per lo studio degli effetti.
“Il dimostrativo sul riuso dell’acqua e recupero di materie prime dalla depurazione realizzato da UniPa può essere utilizzato come modello su scala più grande a livello regionale – spiega il professore Giorgio Mannina, ordinario di Ingegneria Sanitaria -Ambientale e responsabile scientifico del progetto WiderUptake per l’Ateneo di Palermo, recentemente insignito del premio internazionale Biennal Meadal Award 2022 – La Sicilia ad oggi, nonostante la carenza di acqua che portano ad un altissimo potenziale di riuso dell’acqua e avvio di economia circolare, non possiede sistemi ed infrastrutture di questo tipo. Pertanto, tale modello offre delle grandi potenzialità a livello regionale e rappresenta un evidente segnale dell’Ateneo di Palermo verso la sostenibilità ambientale”.
Nel corso dei primi due anni di attività del progetto Wider-Uptake: Achieving wideruptake of water smart solutions sono stati realizzati altri due dimostrativi sperimentali, uno al depuratore di Corleone che ha come obiettivo il riuso dell’acqua e la minimizzazione dei fanghi di depurazione, e uno, finalizzato alla produzione di bioplastiche e fertilizzanti a lento rilascio, al depuratore di Marineo.
L’Università di Palermo fa parte di Wider-Uptake con un team di ricerca dalla forte connotazione multidisciplinare che coinvolge quattro dipartimenti: Ingegneria, Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali, Giurisprudenza e Scienze e Tecnologie Biologiche Chimiche e Farmaceutiche.

foto xf1 Italpress
(ITALPRESS).

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