UN’ITALIA DA FAVOLA ALL’ESORDIO DEGLI EUROPEI

Un’Italia da favola. Quasi incredibile. Ciro e Lorenzo capaci di realizzare una festa all’Olimpico come fossero notti magiche con i loro gol c’erano solo nei sogni. E invece hanno ampiamente legittimato l’autogol che aveva cambiato la partita. La fortuna aiuta gli audaci. Poca qualità in campo, difesa d’antiquariato dei turchi che imbroccano un contropiede all’ora, Italia sempre avanti più smaniosa che determinata, velleitaria insomma. Tutt’un tempo a rimpiangere una sola occasione perduta, quando il portiere turco al 22′ intercetta con abilità un potente colpo di testa di Chiellini. Poco per quello che gli azzurri promettevano dopo una lunga marcia gestita da Mao Mancio col piglio del generale napoleonico, bravo e fortunato. Ma alla fine l’attivismo frenetico dettato dall’orgoglio realizza un’altra Nazionale “alla Mancini”. Vittoriosa. E’ il ventottesimo passo felice, non ancora passo di danza ma meritevole di applausi e fiducia. La fortuna ha pagato a 7 minuti dalla ripresa, quando ancora masticavamo amaro per un rigore rigorissimo negatoci al 45′, quando Celik ha intercettato un pallone con la mano. La sostituzione di Florenzi con Di Lorenzo ha dato subito un senso di forza in più e un’azione da lui passata in gestione a Berardi (bravo, mai incerto) ha trovato un esito felice: la difesa solida ma messa in ansia dal forcing azzurro s’è suicidata quando Demiral ha intercettato il tiro di Berardi deviandolo nella propria rete. Autogol perfetto. E Italia che ringrazia e s’accende di virtù prima nascoste come se avesse paura di esibirsi troppo bella davanti alla feroce avversaria che ha lasciato nei pensieri Francia e Olanda. Ma la difesa rocciosa della Turchia che avrei applaudito per solidarietà non è riuscita a rovesciarsi, a creare timori, è semplicemente rimasta in balìa di un’Italia che rincuorata dall’urlo dell’Olimpico ha chiamato alla ribalta i suoi eroi: prima Immobile (“Ciro! Ciro!” cantava l’Olimpico) al 65′, poi Insigne al 78′, un tre a zero che com’era cominciata la sfida non te l’aspettavi. Un retropensiero su quei primi 45 apparentemente così vuoti di idee: in realtà, avevo raccomandato di spendere anche il coraggio della paura e il risultato s’è visto: una prudenza che ha pagato illudendo i turchi. Infine, un pensiero devoto rivolto agli inventori della Var: il rigore di Celik negato all’Italia ha presentato all’Europa e al mondo l’inutilità dello strumento in costante aggiornamento. Al prossimo giro spegnetelo.

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