Ucraina, Zazo “Il rapporto con l’Italia ha grandi potenzialità”

KIEV (UCRAINA) (ITALPRESS) – I rapporti tra Italia e Ucraina “sono eccellenti”. “Stiamo dando un sostegno a 360° a livello politico, economico, militare, umanitario, sia a livello bilaterale che mutilaterale. Su questo gli ucraini sono molto grati”. Lo ha detto Pierfrancesco Zazo, ambasciatore italiano in Ucraina, in un’intervista al direttore di The Odessa Journal Ugo Poletti per l’agenzia Italpress.
Anche prima della guerra “ci guardavano con molta simpatia perché – ha spiegato – abbiamo una grande comunità ucraina che si è integrata molto bene in Italia. C’è un sentimento di affinità e amicizia tra i nostri due popoli. Ci considerano al loro fianco. Sono particolarmente contento e fiero – ha proseguito -, orgoglioso del fatto che l’Italia sia stata all’avanguardia nel sostenere con convinzione la necessità delle aspirazioni europee dell’Ucraina”.
“L’Italia – ha spiegato – ha svolto un ruolo di primo piano per il riconoscimento all’Ucraina dello status di paese candidato all’Unione europea e ci sono grosse aspettative ucraine circa il fatto l’Italia sarà tra i grandi paesi europei maggiormente favorevoli ad appoggiare con convinzione l’integrazione dell’economia ucraina in quella dell’Unione europea”.
Zazo ha ricordato che l’Italia tra i paesi europei “è il terzo partner commerciale dell’Ucraina”. Su questo, ha spiegato, “ci sono enormi potenzialità, perché abbiamo due economie complementari”.
“Ovviamente la guerra è ancora in corso – ha aggiunto – ma c’è stata la Conferenza a Roma con la partecipazione di oltre 700 aziende italiane e 150 ucraine. Tra l’altro a breve apriremo un ufficio dell’AICS, agenzia della cooperazione italiana”.
L’ambasciata italiana è stata l’ultima dell’Unione europea a lasciare Kiev ed è stata una delle due ambasciate dell’Ue a rimanere in Ucraina permanentemente a Leopoli.
“In gran parte è stata una scelta obbligata”, ha spiegato Zazo. “Avevamo inviato, nelle settimane precedenti all’invasione del 24 febbraio – ha continuato -, delle lettere ai connazionali invitandoli a lasciare il paese. Però, sta di fatto che il 90% di circa 2000 connazionali italiani è rimasto in Ucraina. Non credevano all’eventualità di una guerra. Quindi il 24 febbraio si sono riversati da noi decine e decine di connazionali, molti con bambini e neonati. Per cui l’istruzione da parte del Governo italiano è stata rimanere, portarli in sicurezza presso la residenza, dove abbiamo ospitato fino a 150 connazionali. Abbiamo poi organizzato quattro evacuazioni”.
“Da Kiev – ha ricordato l’ambasciatore italiano – ci siamo spostati a Leopoli, non abbiamo mai lasciato il Paese. Poi siamo ritornati, primi insieme ai francesi, anche nella capitale. Gli ucraini hanno molto apprezzato questa scelta dell’Italia e della Francia, gli unici Paesi del G7 a non lasciare mai il territorio ucraino. Anche perché l’hanno interpretato come un segnale di solidarietà, di vicinanza al Governo ucraino e non solo. Questo, tra l’altro – ha proseguito -, ci ha anche facilitato sul piano del lavoro, perché in quel mese in cui mi sono trasferito a Leopoli gran parte del Governo e del Parlamento ucraino in realtà si era trasferito nella stessa città. Eravamo pochissimi ambasciatori con un accesso privilegiato ai membri del governo, ai parlamentari. Non solo: ci ha permesso di gestire meglio l’evacuazione degli italiani che erano rimasti bloccati in Ucraina, rimanendo comunque in territorio ucraino e anche a gestire meglio i primi contatti con le ONG, con le organizzazioni umanitarie, con gli organismi internazionali, perché stavano arrivando gli aiuti umanitari”.
“Ancora oggi, a distanza di più di un anno, le autorità ucraine ci ringraziano per questo”, ha sottolineato.
In passato Zazo ha avuto un’esperienza di lavoro per conto del governo italiano nell’ambasciata a Mosca ed era già stato in Ucraina diversi anni fa.
“Sicuramente per me è stato un vantaggio”, ha spiegato. “Conoscere entrambi i Paesi – ha aggiunto – sicuramente facilita una chiave di lettura migliore di quanto stava avvenendo”. Per quanto riguarda l’Ucraina, l’ambasciatore italiano ha spiegato che a distanza di 20 anni ha trovato un paese “cambiato”. “I giovani guardano a Occidente, all’Europa, parlano l’inglese”, ha evidenziato, aggiungendo poi che il paese “è diventato più pluralista”. “Ricordiamo – ha aggiunto – che in trent’anni di indipendenza dell’Ucraina ci sono stati sei presidenti. Ma l’elemento che mi ha più colpito, che ho subito osservato e percepito chiaramente, é un forte rafforzamento dell’identità nazionale ucraina, che non c’era vent’anni fa. Nei primi viaggi che ho fatto a Odessa, a Kharkiv, Dnipro in Ucraina orientale, mi ha colpito che gli ucraini, ancorché di quelle regioni continuino a parlare il russo, ormai si sentono ucraini, cioè essere russofono non significa essere russofilo”.
Anche sul piano della rappresentanza diplomatica italiana sul territorio sono stati compiuti passi in avanti.
“La nostra idea è quella – ha affermato – di creare una rete di consoli onorari. Si tratterebbe soprattutto di imprenditori ucraini, perché è molto importante creare poi una rete che sarà fondamentale nella fase successiva. Avere una rete di consolati onorari ci consentirà soprattutto di rafforzare i rapporti in campo economico commerciale. In questa fase stiamo anche sostenendo la firma di accordi di gemellaggio tra città e regioni italiane ed ucraine. Per esempio, per quanto riguarda Odessa era già in vigore un accordo tra Odessa e Genova, è stato firmato anche un accordo tra Odessa e Venezia, tra pochi giorni verrà firmato un accordo tra la Regione Toscana e la regione di Kiev”, ha detto, spiegando che “è molto importante che i futuri aiuti alla ricostruzione economica non si indirizzino solo a Kiev, ma all’intero territorio ucraino”. Su questo da parte dell’Ucraina “c’è l’auspicio – ha concluso – che ci sia una presenza italiana non solo da parte delle aziende, ma anche delle municipalità”.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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