Totti “Fuori da Trigoria, ma romanista per sempre”

La Roma, di ieri e di oggi, la Nazionale, il Mondiale e infine il futuro. Francesco Totti parla di tutto e anche di più rispondendo alle domande dei tifosi in video-collegamento con Sky Sport 24. “Anche se sono fuori Trigoria io rimarrò per sempre romanista”, dice l’ex capitano giallorosso che nel maggio del 2017 ha chiuso con il calcio giocato a malincuore, anche se le proposte non gli mancavano. “Rispetto pienamente quello che ha fatto Daniele De Rossi che ha chiuso in Argentina con il Boca, ognuno è libero di fare quello che ritiene più opportuno. Io delle possibilità, a fine carriera, le ho avute soprattutto all’estero ma anche in Italia: la Sampdoria mi voleva a tutti i costi, Ferrero ha un debole e avrebbe fatto qualsiasi cosa per portarmi là. Ero dubbioso, volevo continuare perché mi sentivo ancora di poter dare qualcosa, però alla fine un anno non mi cambiava niente. La mia scelta di vita era una sola: quella di indossare un’unica maglia, avrei cancellato tutto il pensiero lungo ventiquattro anni con la Roma e quindi ho deciso di smettere”. Il suo ultimo allenatore Luciano Spalletti, con lui un rapporto di amore e odio. “Sono stati due personaggi diversi: il primo Spalletti era top perché era come un secondo padre, era una persona con la quale ci stavo h24 o quasi. Il secondo Spalletti, avrà avuto le sue ragioni o avrà ascoltato idee da altre persone, non dico che abbia voluto mettermi il bastone tra le ruote, ma sicuramente non è andata nel migliore dei modi. Nella seconda parte ho cercato sempre di tenere la testa alta e fare del mio meglio, anche se ero in difficoltà”. Adesso alla Roma c’è Paulo Fonseca. “Ed è un grandissimo allenatore che sta capendo il calcio italiano, la città di Roma e tantissime cose: me ne parlano tutti bene, in primis i giocatori. La squadra va ad alti e bassi. Purtroppo siamo abituati a questi problemi, ma con l’unione e alcuni innesti precisi della società possiamo fare un grandissimo campionato il prossimo anno”. Al momento lo sta facendo la Lazio. “Da tifoso romanista spero che la Lazio si possa fermare il prima possibile, sono quelle annate che ti dice tutto bene: spero che ci possa essere un black-out. Simone Inzaghi è uno dei migliori allenatori della Serie A, sta facendo grandissime cose – ha aggiunto l’ex capitano della Roma – Ho un grande rapporto con lui, ma sarei stato più contento se avesse allenato un’altra squadra”.
Spazio per parlare anche di Nazionale. “Perché l’ho lasciata? E’ stata una decisione presa prima che mi facessi male, avendo un problema alla schiena dovevo mettere da parte qualcosa e non poteva essere la Roma. Purtroppo la scelta più brutta in quel momento era lasciare la Nazionale”. L’ha lasciata da campione del mondo nel 2006, vincendo un torneo che l’ex giocatore giallorosso ha rischiato di non giocare: “Il 19 febbraio, nel corso di Roma-Empoli, ho subito un infortunio abbastanza serio, è stato un intervento abbastanza duro e brutto, in quel momento mi è passato in testa qualsiasi cosa. Ero sicuro di non andare ai Mondiali perché il tempo era ristretto, ma fortunatamente mister Lippi la mattina dopo mi fece una bellissima sorpresa venendomi a trovare. Con quelle parole e quel discorso mi ha trasmesso la volontà, l’amore e la voglia di provarci. Mi si è capovolto tutto perché mi ha dato la forza per uscire da quel brutto tunnel lungo e buio”. Ultime battute sul suo futuro. “La mia volontà è di trovare un altro Totti, un altro giocatore di questo spessore. Cercherò in tutto il mondo: in Italia, in giro per l’Europa e spero di trovarlo, anzi ci riuscirò”, dice parlando del suo impegno in un’agenzia di scouting per scovare nuovi talenti. “Ho già preso qualche giocatore giovane e lo crescerò come ho sempre voluto fare, con il mio pensiero, facendo un percorso diverso da tutti gli altri. Non sarà facile ma cercherò di farli crescere nel migliore dei modi”.
(ITALPRESS).

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