Tennis, Maria Sharapova annuncia il ritiro a 32 anni

“Il tennis mi ha mostrata al mondo e mi ha mostrato di che pasta ero fatta. E’ grazie al tennis che mi sono messa alla prova ed è col tennis che ho misurato la mia crescita. E qualsiasi cosa sceglierò per il mio prossimo capitolo, qualunque sarà la mia prossima montagna, continuerò a spingere, ad arrampicarmi, a crescere. Addio tennis”. Per Maria Sharapova è arrivato il momento di dire basta. A 32 anni, la bella siberiana annuncia in una lunga lettera pubblicata su “Vanity Fair” il suo ritiro. Una decisione quasi inevitabile per chi, abituata a dettare legge nel circuito, ha vinto appena tre incontri dall’Australian Open 2019 ad oggi, tormentata da quella spalla che più volte ne ha condizionato una carriera comunque incredibile. “Come ti lasci alle spalle l’unica vita che conosci? Come lasci i campi dove ti sei allenata sin da ragazzina, lo sport che ami, che ti ha portato a lacrime immense e gioie indicibili, dove hai trovato una famiglia oltre a tutti quei tifosi che ti hanno sostenuto per oltre 28 anni? Eppure sto dicendo addio al tennis”, esordisce la Sharapova nella sua lunga lettera di congedo. L’ex numero uno del mondo ripercorre poi le tappe più significative della sua carriera, su quei campi che “hanno rivelato la mia vera essenza, hanno testato il mio carattere, la mia voglia. Quanto sono stata fortunata a trovare un luogo dove mi sentivo così esposta e al contempo così a mio agio? Una delle chiavi del mio successo è che non mi sono mai guardata indietro e non ho mai guardato avanti. Ma non c’è un modo di padroneggiare il tennis: devi semplicemente continuare a soddisfare le richieste del campo mentre cerchi di calmare quei pensieri incessanti che si aggirano per la testa: hai fatto abbastanza e anche oltre per prepararti alla tua prossima avversaria? Ti sei presa qualche giorno libero, il tuo corpo sta perdendo quel vantaggio? Quella fetta di pizza in più, meglio ora rimediare con una fantastica sessione mattutina?”. E quella vocina ha iniziato a suggerire altro lo scorso agosto agli Us Open, quando si è sottoposta a un trattamento per la spalla che l’ha sempre tormentata sin da quell’intervento nel 2008. “Entrare in campo quel giorno equivaleva ad aver già vinto e a quel punto mi sono resa conto che il mio corpo era diventato una distrazione”. “Non mi sono mai chiesta ‘ne vale la pena?’ – scrive ancora la Sharapova – Nel dare la mia vita al tennis, il tennis mi ha dato una vita. E mi mancherà, ogni giorno. Mi mancheranno gli allenamenti, la mia routine quotidiana, il mio staff, le strette di mano con le avversarie che mi hanno spinto sempre a fare del mio meglio. Guardandomi indietro, il tennis è stato la mia montagna. Il mio percorso è stato pieno di buche e deviazioni ma il panorama dalla vetta era incredibile. E dopo 28 anni e 5 Slam, sono pronta a scalare un’altra montagna. Ma la fame di vittorie, a prescindere da quello che mi aspetta, non diminuirà mai. Applicherò la stessa attenzione, la stessa etica del lavoro, facendo tesoro di tutte le lezioni che ho imparato lungo la strada”. Racchetta in mano ad appena 4 anni, cresciuta alla scuola di Nick Bollettieri, il tennis femminile perde così una delle sue grandi protagoniste. Nel 2002 il debutto nel circuito maggiore ad appena 15 anni, l’anno dopo i primi titoli e l’ingresso fra le prime 50 al mondo, poi la definitiva esplosione nel 2004 quando vincerà il suo primo Slam battendo a Wimbledon in finale Serena Williams e diventando la quarta più giovane tennista ad aggiudicarsi un Major dietro solo Hingis, Seles e Austin.
Un anno dopo, ad agosto, diventerà per la prima volta la numero uno del mondo, poi nel 2008 l’inizio dei problemi alla spalla e la successiva risalita, con tanto di doppio successo a Parigi e in mezzo un argento olimpico. Ma la positività al meldonium a inizio 2016 e la successiva squalifica di 15 mesi segnano irrimediabilmente la sua carriera. La Sharapova non riuscirà più a tornare agli antichi fasti e ora, crollata al numero 373 del ranking Wta, fuori al primo turno sia a Brisbane che a Melbourne, arriva la decisione di dire basta. Alle spalle 21 settimane in vetta al ranking Wta, 36 titoli fra cui 5 Slam (Wimbledon 2004, Us Open 2006, Australian Open 2008, Roland Garros 2012 e 2014), oltre a una Fed Cup (2008) e l’argento ai Giochi di Londra 2012.
(ITALPRESS).

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