TASSO OCCUPAZIONE SUPERA LIVELLI PRECRISI

“Continua il trend positivo del quadro economico italiano, dopo la lunga crisi economica, soprattutto, a Milano, dove la sua vivacità, dinamicità, il suo essere avanguardia sul tema lavoro, nonostante alcuni nodi da sciogliere, la rendono un laboratorio di sperimentazione e innovazione”. Lo dichiara il direttore generale di Assolombarda Alessandro Scarabelli, in apertura della presentazione del rapporto annuale ‘Il lavoro a Milano’, curato dai centri studi di Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil, che, in questa edizione, ha puntato l’attenzione sulle ricadute delle nuove tecnologie e dell’industria 4.0, sui processi organizzativi, come, ad esempio, la formazione relativa alle competenze e lo smartworking. Proprio “il lavoro agile si sta diffondendo e Milano è all’avanguardia perché è stata la prima città a lanciare questo tema”, però, “se l’icona diventa la donna con in braccio il bambino che alterna la mescolatura del risotto con la digitazione sul tablet, non stiamo parlando di smartworking. Ci vuole un cambio di mentalità sia degli uomini che delle donne. Il lavoro agile è utile sia per le aziende, perché aumenta la produttività e diminuisce l’assenteismo, sia per il lavoratore, perché concilia meglio il rapporto vita/lavoro ed è, anche, ecosostenibile: meno gente che si muove, meno traffico e meno inquinamento”, spiega il direttore Settore Lavoro, Welfare e Capitale umano Assolombarda Massimo Bottelli.

Secondo l’Osservatorio sullo smartworking del Politecnico di Milano, il 43% delle aziende con almeno 250 dipendenti offrono la possibilità di usufruire del lavoro agile, nelle PMI si scende al 22% dei lavoratori, nelle PA al 9%, per un totale di circa 300.000 lavoratori coinvolti, pari all’8% degli occupati. Stando ai dati contenuti nel rapporto, il tasso di occupazione, in Lombardia, nel 2017 sale al 67,3% rispetto a quello precrisi del 2008, pari al 66,9%. Solo Milano aveva raggiunto il traguardo nel 2016, arrivando al 69,5% nel 2017. In Lombardia gli occupati hanno subito un incremento di 125.000 unità, +95.000 a Milano, superando i livelli precrisi, rispettivamente, del 3% e del 5%. Crescono sia l’occupazione femminile, con un +115.000 unità, sia quella maschile che passa da -21.000 nel 2016 a +10.000 nel 2017, sia quella dei lavoratori scolarizzati, con +76.000 diplomati, +281.000 laureati, -231.000 con la licenza media, in 9 anni. Anche i Neet scendono, dal 15% al 14,2%. La crescita del numero degli occupati è trainata dal lavoro a tempo determinato che, nel 2017, sale al 12,3%, mentre quello a tempo indeterminato scende all’88,7%.

“Si è creata occupazione ma di che tipo è? E’ lavoro di qualità?”, si chiede il referente mercato del lavoro del Centro Studi di Assolombarda Andrea Fioni, commentando, a margine dell’evento, i dati della ricerca che lui stesso ha presentato. La crescita del lavoro a tempo determinato, soprattutto nell’ambito dei servizi, dove arriva al 10%, mentre il manifatturiero si ferma al 5%, è sintomo “dell’evoluzione del lavoro a cui si va incontro per l’evoluzione dell’economia.  L’esigenza di un lavoro mutevole è diffusa in tutta Europa” ma, in Italia, “storicamente si preferisce fidelizzare i dipendenti, si predilige una forza lavoro stabile”, creando, così, “lavoratori di seria A, quelli a tempo indeterminato e lavoratori che non hanno garanzie, quelli a tempo determinato. A Milano c’è molta più fluidità nel mercato del lavoro, anche perché qui il PIL è aumentato di più che nel resto d’Italia”. E’ necessario, però, “un cambio di mentalità, sia da perte dei lavoratori che da parte delle imprese”, nei confronti del lavoro a tempo determinato, sostiene. Nel comparto sicurezza sul lavoro, invece, Fioni evidenzia che il 45% degli infortuni avviene “in itinere, fuori dal recinto della fabbrica”. Le imprese crescono dell’1,4% a Milano e dello 0,5% a Monza, mentre il numero degli occupati registra un +37.000. Calano le aziende manifatturiere dello 0,5% a Milano, Monza, Brianza e Lodi e dello 0,9% in Italia, a fronte di una creduta dei servizi.

L’occupazione è trainata dal lavoro a tempo determinato e il tasso di disoccupazione giovanile è sceso del 7%, arrestandosi al 22,9%, ma lo squilibrio generazionale rimane una criticità, data da -74.000 occupati nella fascia tra i 15 e i 44 anni, in 9 anni contro +63.000 occupati over 45, mentre risulta centrale il tema della formazione, come sottolinea il vicepresidente di Assolombarda alle Politiche del lavoro, Sicurezza e Welfare Mauro Chiassarini. Infine, sul tema formazione, legato, in particolare, alla certificazione regionale delle competenze, la diffusione dell’industria 4.0 ha portato a investire sul rafforzamento delle nuove competenze tecnologiche. In questo ambito, Assolombarda, insieme a Cgil, Cisl e Uil, ha sottoscritto un accordo, approvato da Regione Lombardia, per la certificazione delle competenze acquisite nei corsi di formazione: “classi più piccole, corsi più brevi, più opportunità di interazione, più formazione 4.0”, aggiunge Fioni. “Le imprese che utilizzano meglio le risorse umane aumentano la loro redditività: hanno un costo del lavoro superiore del 10% ma aumentano la produttività del 25%. Quindi, il fattore competitività sono le persone, a cui si deve insegnare a capire i dati che vanno trasformati in informazioni, perché sapere usare le informazioni è la sfida del futuro”, conclude il docente del Politecnico di Milano, School of Management Manifacturing Group Marco Taish.

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