Stellantis, Tavares ottimista sull’Italia, dubbi su futuro mobilità

TORINO (ITALPRESS) – Il presente è migliore delle aspettative, il problema è il futuro. Carlo Tavares nel destino di Stellantis intravede incognite pesanti, che vanno ben oltre il Covid e l’aumento del costo delle materie prime, che nella seconda parte dell’anno si spera non incidano. Il vero problema è l’elettrificazione “forzata” del parco auto, che in Europa è già stata fissata al 2035 dall’Unione Europea, e nel resto del mondo arriverà forse anche prima. Decisioni per puntano a ridurre le emissioni di Co2, che però avranno un costo politico, economico e sociale altissimo. “Il vero tema nei prossimi anni sarà il possibile aumento del costo della mobilità” secondo Tavares. “Come reagiranno i cittadini in una democrazia a questo aumento, che sarà la conseguenza delle scelte politiche portate avanti sull’elettrificazione?” si chiede il manager. Per Stellantis questo vorrà dire, “rivedere il break-even dell’azienda, che oggi teniamo molto sotto il limite proprio per compensare ogni tipo di volatilità del mercato. Noi, quindi, se il costo della mobilità salirà, saremo pronti e non ci faremo sorprendere”. Diverso secondo il manager portoghese, il destino degli “altri grandi gruppi, che prima di noi, potrebbero esserne sorpresi”.
“Le performance sono l’unico modo per proteggerci” chiarisce Tavares, riferendosi a una tempesta che appare imminente, dove Stellantis “ha le conoscenze per essere leader, e non più follower” grazie “a vele potenti e efficienti”. Che sono le persone del gruppo e i suoi 14 brand globali. Per ognuno di essi esiste un piano di sviluppo, che prima del 2030 porterà le varie gamme prodotto a essere interamente elettrificate. Lancia sarà protagonista con nuovi modelli “bellissimi e che ho già visto” ha spiegato Tavares. Stesso discorso per Maserati, che nel semestre ha registra un utile operativo di 29 milioni, ed entro il 2021 amplierà la gamma con il Grecale.
Bene Fiat con la 500E che macina record, stesso discorso per Jeep che da un lato e dall’altro dell’Atlantico spinge le performance del gruppo. Focus sull’Asia, dove in Cina si prepara una svolta. E anche in Italia, la rivoluzione potrebbe essere imminente. Perché se cambia il paradigma di produzione, spostandosi verso l’elettrico, vanno anche resettate gran parte delle voci di costo, che a una prima analisi avevano penalizzato i nostri impianti, tanto che Tavares li aveva bocciati.
Ora tutto cambia, la gigafactory a Termoli è solo la prima di una serie di trasformazioni che aspettano le fabbriche italiane, promesse possibili anche grazie all’alto livello del dialogo con Governo e sindacati. “Siamo ancora una baby company” spiega Tavares, ma “abbiamo già definito i quattro valori aspirazionali cui Stellantis deve guardare: il consumatore è al centro, vinciamo insieme, siamo agili e innovativi, abbiamo cura del futuro”.
Partendo da queste direttive, intanto, nel primo semestre i numeri sono confortanti. Stellantis chiude il semestre con ricavi netti a 75,3 miliardi, in crescita del 46%, e un utile netto di 5,936 miliardi rispetto alla perdita di 813 milioni del 2020. Il risultato operativo rettificato è di 8,6 miliardi, con l’11,4% di margine e già 1,3 miliardi di benefici di cassa nel primo semestre 2021 dalle sinergie. La liquidità industriale disponibile è di 51,4 miliardi.
(ITALPRESS).

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