MANCINI VA OLTRE POLONIA “LAVORIAMO PER EURO2020”

C’è da salvare l’onore e, possibilmente, garantirsi un sorteggio meno complicato per Euro2020. Ma Roberto Mancini deve guardare oltre la Nations League, a quell’Europeo itinerante al quale l’Italia deve presentarsi senza le scorie che da un anno a questa parte si porta dietro, dalla drammatica serata di San Siro con la Svezia. “L’obiettivo è ricostruire la squadra e cercare di fare bella figura in Nations League e qualificarci per l’Europeo – ricorda ancora una volta il ct azzurro alla vigilia della sfida di Chorzow contro la Polonia – Da maggio sappiamo che ci vuole un po’ più di tempo, cambiando tante cose non è semplice. Quando avremo tutti i giocatori a disposizione, riusciremo a trovare un gruppo di calciatori che possono fare cose ottime in futuro, non avremo problemi a mettere insieme la squadra per gli Europei”. Mancini, insomma, guarda a lungo termine ma le qualificazioni non sono dietro l’angolo, prima c’è questa Nations League da portare a termine. “Siamo in un gruppo dove il Portogallo è la squadra migliore ed è in testa e noi ci giochiamo probabilmente il secondo posto con la Polonia. Loro sono una squadra con bravissimi giocatori di talento e domani non sarà una partita semplice ma possiamo giocarcela bene”. In palio, però, non c’è solo il secondo posto: una sconfitta costerebbe all’Italia la retrocessione nella Lega B con ripercussioni sul ranking e di conseguenza sul sorteggio delle qualificazioni a Euro2020. “Quella di domani è una partita importante, in uno stadio pieno, bella da giocare, che ci servirà per la nostra esperienza, e ovviamente cercheremo di vincerla – premette Mancini – Penso che andrà bene ma se non andrà bene non sarà la fine. Cosa cambia? Non è che non giochiamo più e non andiamo agli Europei. Quello che può accadere a noi può accadere alla Polonia, alla Germania, alla Croazia, all’Inghilterra. E’ stata fatta questa Nations League per dare più importanza a quelle partite amichevoli che solitamente erano prese sottogamba, si dà valore al ranking ma non vedo nessun dramma. Cercheremo di vincere, di migliorare la squadra ma non cambia assolutamente niente”. Rispetto a un mese fa, quando fra Polonia e Portogallo il ct rivoluzionò la squadra, ci saranno meno cambi. “Allora i giocatori non erano al massimo della condizione e c’era il pericolo che qualcuno potesse farsi male giocando due gare così ravvicinate, e poi avevo bisogno di vedere i più giovani in una partita un po’ più difficile perchè dobbiamo pensare a domani e a dopodomani”. “Oggi – prosegue il tecnico jesino – i giocatori stanno meglio, hanno recuperato abbastanza bene, e ci sono giocatori che l’altra volta non c’erano, li abbiamo provati insieme e sono andati bene per cui continueremo a fare questo”. In avanti l’impressione è che Mancini punterà ancora su un tridente con un ‘falso nueve’. “Il centravanti è importante in una squadra ma può capitare che si giochi con dei calciatori offensivi, che non danno riferimenti, che non sono centravanti di ruolo e si trova comunque la soluzione perfetta. Poi nel calcio per vincere bisogna fare gol”. Il 22 ottobre le elezioni federali porteranno alla presidenza di Gravina e alla fine dell’era Fabbricini, l’uomo che ha scelto Mancini per la Nazionale, ma il cambio al timone non preoccupa il ct. “Ho iniziato questo percorso e il primo obiettivo importante sono gli Europei. Sono stato benissimo e sto benissimo con le persone che ci sono adesso in Federazione, è stato sempre tutto perfetto. Quello che accadrà dopo ci riguarda ma non direttamente perchè noi dobbiamo pensare al campo, a cercare di fare risultato, a trovare una squadra il più velocemente possibile e cercare di migliorare. Le altre cose non mi interessano neanche tanto, per cui vedremo. Col nuovo presidente ci incontreremo ma lui sarà il presidente e io il ct”.

Al fianco di Mancini Giorgio Chiellini, capitano e leader di questo gruppo. “Ma io vivo alla giornata e con grande entusiasmo. Ci sono tanti ragazzi bravi e ci stiamo conoscendo giorno dopo giorno sempre di più. Il mio ruolo non sarà mai un problema, non mi sento indispensabile ma importante come tutti gli altri ed è bello che ci stiamo conoscendo sempre di più, giorno dopo giorno. Quel che sarà, sarà”. Sulle parole di Bonucci relative al momento del calcio italiano preferisce non tornare (“non è il momento”), meglio pensare ai buoni 60 minuti con l’Ucraina da cui ripartire: “Abbiamo giocato a calcio e lo abbiamo fatto bene, c’è il rammarico per non aver segnato almeno due gol, era il minimo per quanto espresso, ma ci dà fiducia per le prossime partite e già per domani”.

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