MALAGO’ “CANDIDATURA 2026 CHANCE PER FARE SQUADRA”

“E’ una candidatura super inedita: da quando esiste la storia dell’Olimpiade moderna, non era mai stata presa in considerazione un’idea del genere, ovviamente concordata, sostenuta e avallata dal Coni, e nata da questa curiosa e insolita volonta’ di tre citta’ e tre regioni”. Ospite di ‘Agora’ Estate’, su RaiTre, il presidente del Coni, Giovanni Malago’, torna sulla candidatura congiunta di Torino, Milano e Cortina per le Olimpiadi Invernali del 2026, deliberata all’unanimita’ del Consiglio Nazionale del Coni e su cui il Cio decidera’ nel settembre del 2019. Tante le critiche piovute soprattutto da Torino e Milano, con Cortina considerata la vera vincitrice: “Cortina non vince, l’obiettivo e’ evitare un vincitore e due sconfitti – spiega il numero uno dello sport italiano – Si leggono e sentono tante cose, ma oggi siamo in Italia, nel 2018, e parliamo solo di una candidatura a cui siamo iscritti contro Stoccolma, Calgary e forse una citta’ giapponese (Sapporo, ndr). Chi deve decidere e’ il Coni, per legge e carta olimpica, poi e’ chiaro che sia indispensabile l’ente locale e il governo, che deve sostenere le garanzie. Ma e’ il Coni che deve scegliere il dossier: come si fa a dire o pensare che era meglio questo o quello, quando chi ha valutato e’ una commissione qualificata, con ex campioni come Mornati e Sensini, i tre membri italiani del Cio e i due presidenti degli sport invernali e del ghiaccio”. E ancora: “Se hanno fatto questa valutazione e’ per un motivo: prima si lamentavano dei costi, ora si e’ valutato il rapporto costo-prodotto ed il contenimento dei costi, senza costruire nulla di nuovo. Il Cio ha preso in considerazione questo, ed e’ una vittoria dell’Italia”. Le critiche pero’ non si spengono, nonostante i toni sempre concilianti di Malago’: “Non si tratta di essere cortesi, ma di conoscere o meno l’argomento. Il mondo dello sport lo conosce, alcuni invece non sanno di cosa si parla. Le critiche di Sala? Lui e’ un esponente politico, io un uomo di sport, e devo interfacciarmi come tale. E’ umano, comprensibile, che vi siano le polemiche di Sala e Appendino. E’ normale difendere il proprio territorio, ma qui per la prima volta abbiamo la possibilita’ di fare squadra, di fare una candidatura italiana. Anche i tre rappresentanti parlano come se avessero vinto, ma qui il problema e’ che se non succedeva quanto successo, due delle tre persone non avevano niente. Si andava al voto ed era il massacro. Tutto quello che arriva e’ un di piu’: non c’e’ aggravio finanziario, e’ un’opportunita’ e chi non vorra’ coglierla dovra’ spiegarne il perche'”. Anche stavolta i 5Stelle sembrano quantomeno ‘tiepidi’ all’idea di un’Olimpiade in Italia: “Abbiamo rispettato le indicazioni del governo su 13 punti, che dovevano essere fondati sulla valutazione del dossier da parte della commissione. Poi ognuno puo’ dare il giudizio che vuole ma siamo stati su questa linea”. “E’ cambiato il mondo, mentre prima il Cio pretendeva di conoscere quante piste ci fossero nell’aeroporto internazionale, oggi si limita ad un discorso sugli impianti, che possono essere temporanei o utilizzabili. Ci sono poi i grandi sponsor ed i diritti tv, quasi 900mila dollari che servono per coprire i costi dell’organizzazione. L’investimento totale sarebbe di 370 milioni di euro, a Sochi c’era un budget di 50 miliardi di euro…”. Troppo presto per Malago’, infine, per parlare di governance: “Non e’ mia competenza, spero si ascolti il mondo dello sport. Parlare un anno prima di una cosa che non sappiamo se organizzeremo, e’ complicato”.
(ITALPRESS).

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