ALTRO CAPOLAVORO PARIS, BIS IN SUPER-G A BORMIO

Un capolavoro per mettere fine a una maledizione. Dominik Paris vive il suo weekend perfetto a Bormio e dopo il trionfo in discesa concede il bis anche in supergigante, specialità che tornava sulla Stelvio dopo dieci anni. E dove l’Italia era riuscita a salire sul podio solo in un’occasione, nel lontano 1995, quando Peter Runggaldier e Werner Perathoner si piazzarono alle spalle di Kroell. Un tabù infranto da un Paris in stato di grazia, che dopo una partenza un po’ a rilento innesta la quinta, perde qualcosa nel tratto centrale e poi accelera di nuovo sullo schuss finale, soprattutto dopo il salto di San Pietro, recuperando 34 centesimi a Matthias Mayer. “Due giorni fantastici, non ho parole – è quasi incredulo al traguardo il 29enne carabiniere meranese, davanti all’austriaco per un solo centesimo – E’ un sogno fare due vittorie di fila in un weekend”. E così, su quella pista che lo aveva visto salire sul gradino più alto del podio già in tre occasioni ma sempre in discesa, Paris fa risuonare per il secondo giorno consecutivo l’inno italiano. “Oggi era ancora più difficile – aggiunge l’azzurro – La partenza non era male, ho sbagliato un attimo e non ho fatto un gran tempo, poi ho iniziato a dare il massimo, ho preso più confidenza”. Paris, che si era presentato a Bormio con due podi alle spalle (terzo in discesa a Lake Louise e in super-G a Beaver Creek) ma reduce dalla doppia delusione in Val Gardena, ammette che “due giorni così non me li aspettavo ma è girato tutto bene. Questa è una pista dove si vede lo sciatore completo, forte tecnicamente e tatticamente, che non può permettersi di mollare”. Se c’era un superG che Paris poteva vincere, di sicuro era questo, perché come il giorno prima si scendeva a oltre 130 all’ora e il tracciato si addiceva perfettamente alle sue caratteristiche. Il carabiniere meranese conquista così la sua undicesima vittoria in carriera, agganciando Giorgio Rocca e superando invece per numero di podi (26) Max Blardone. Paris, inoltre, risale fino al quinto posto della classifica generale che vede sempre al comando Marcel Hirscher davanti a Max Franz (620 punti contro 408), oggi quinto. In quella di specialità, invece, Svindal (solo 17^) conserva il primato davanti a Mauro Caviezel, con Matthias Mayer terzo. L’austriaco, oro a Pyeongchang in super-G, centra sulla Stelvio il suo primo podio stagionale anche se l’amaro in bocca resta: perdere per un solo centesimo brucia “ma il terreno era mosso e non sono riuscito a tenere la linea ideale”, il rammarico di Mayer. A completare il podio c’è Aleksander Aamodt Kilde, sceso subito dopo Paris e capace di far meglio dell’azzurro fino al tratto finale, dove perde tanto fino a chiudere terzo, come a Beaver Creek. In una gara a lungo interrotta per la brutta caduta del norvegese Stian Saugestad, trasportato via in elicottero, manca l’acuto di Christof Innerhofer, ieri secondo alle spalle di Paris. Il 34enne delle Fiamme Gialle non riesce a ripetersi e due errori gli sono fatali. “Sono dispiaciuto, c’era la chance per fare bene – le sue parole – Alla seconda porta ho perso la concentrazione perchè non sentivo spingere lo sci come mi sarebbe piaciuto e poi ho commesso un paio di errori che non puoi permetterti se vuoi vincere”. Il pettorale numero 1 non è stato d’aiuto: “peccato, sarebbe stato meglio poter guardare qualcuno e avere meno dubbi e più sicurezze. Volevo però fare vedere che anche col numero 1 si poteva fare bene ma, come a Lake Louise, non è andata così”. Per quanto riguarda gli altri azzurri, a punti Emanuele Buzzi (25^) e Mattia Casse (27^), più indietro gli altri.
Appuntamento ora per Capodanno a Oslo, col City Event, mentre i velocisti torneranno in scena a Wengen, con la discesa del 19 gennaio.

Mikaela Shiffrin difficilmente sbaglia due gare di fila. E così, dopo aver buttato via la vittoria in gigante, torna a dettare legge. Lo fa dove si sente a ‘casa’, fra i pali stretti, dominando la prima manche di Semmering (48 i centesimi rifilati a Petra Vlhova e 53 a Frida Hansdotter) e poi limitandosi a gestire: vittoria numero 51 in carriera, la 36esima in slalom, l’ottava stagionale e la quarta sulla pista austriaca dopo la straordinaria tripletta del 2016. La Vlhova si conferma la migliore delle ‘mortali’ ma dopo il successo di ieri in gigante deve rassegnarsi al quarto secondo posto di fila fra i pali stretti mentre completa il podio Wendy Holdener, la più veloce nella seconda parte di gara, che approfitta al meglio dell’uscita della Hansdotter. Alle spalle della svizzera ci sono le austriache Katharina Liensberger e Katharina Truppe, che avevano fatto sperare i tifosi di casa dopo l’inforcata alla prima porta di Bernadette Schild nella prima manche. La Shiffrin, che diventa l’atleta più vincente di sempre in slalom davanti a Marlies Schild, e batte sul filo di lana anche Marcel Hirscher come numero di trionfi nel 2018 (15 contro 14), puntella sempre più il primo posto in classifica generale: 1034 i punti fin qui raccolti contro i 568 della Vlhova. Buono il bilancio delle azzurre. Irene Curtoni, settima, ottiene il miglior risultato stagionale con due manche senza sbavature: era dal 27 gennaio 2013, quando fu sesta a Maribor, che non arrivava così in alto tra i pali stretti. “E’ stata una gara solida, ho sciato bene, era difficile anche la seconda manche perche la pista era abbastanza rovinata e sono stata costretta a controllare un po’ – racconta – Ma siamo state tutte brave oggi, abbiamo dato una buona risposta”. Federica Brignone, infatti, conclude dodicesima dimostrando notevoli progressi, anche tra una manche e l’altra, e non a caso ottiene il suo miglior risultato in carriera in slalom, oltre che 22 punti importanti che la lasciano sì al settimo posto nella classifica generale di Coppa del mondo, ma le consentono di guadagnare terreno sulla terza, Mowinckel, ferma a 396. “Mi sono difesa bene, era uno slalom complicato perché la prima manche era veramente difficile – il suo bilancio – Sono soddisfatta, è il mio miglior risultato di sempre in slalom, siamo in quattro nelle sedici e ci voleva”. Forse, però, la notizia più bella della giornata la regala la giovanissima Lara Della Mea. A 19 anni, alla quinta presenza in Coppa del mondo, per la prima volta in carriera si qualifica alla seconda manche, dove ottiene il nono miglior tempo e porta a casa un incoraggiante sedicesimo posto a pari merito con la veterana Chiara Costazza: sono punti che le consentiranno di scalare anche la start list e partire con pettorali più bassi a partire dalle prossime gare. “Ieri ero arrabbiata perché ho commesso un errore grave che mi è costato tanto – le parole della giovanissima azzurra – Oggi sono riuscita a sopravvivere nella prima manche, nella seconda ero un po’ emozionata perché si trattava della mia prima qualificazione ma ho pensato solamente a dare il meglio di me stessa. Ho una grande carica dopo questo risultato e voglio dare continuità”.

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