SPALLETTI SAPREBBE SERVIRSI BENE DI CR7

Sono sicuro che guardando Fiorentina-Napoli con crescente inquietudine, i tifosi del Napoli – minacciati eppoi frenati da una squadra fortificata da Italiano – avranno spesso pensato “E se ci fosse Ronaldo?”. E non escludo che la stessa domanda se la siano posta quando Osimhen e Raspadori hanno fallito gol facili. Non so se l’idea CR7-Napoli sia una bufala o un sogno realizzabile. So per certo che Spalletti saprebbe servirsene alla grande, in Italia e in Europa. Sfottetelo pure, Cristiano straricco, l’ultimo scudetto juventino l’ha firmato lui. E chi più degno di giocare al “Maradona”? La favola continua. Se questo fosse un diario intimo, dedicherei l’intera nota a Davide Nicola, l’allenatore della Salernitana: stavo per scrivere “del Crotone”, perchè è lì che l’ho “adottato”, cinque anni fa, seguendolo anche – con lo spirito – nella lunga marcia trionfale in bici dalla Calabria a Vigone Torinese, 1300 km in nove giorni. La sua è davvero una favola che si è appena rinnovata con un clamoroso 4 a 0 alla Sampdoria, condannando quel Giampaolo ritenuto dai Sommi Critici – anche questa è una favola, ma per grulli – un incrocio fra Sacchi e Guardiola, come si disse in una notte adriatica dopo una bevuta di strepitoso trebbiano di Valentini, nettare sicuramente apprezzato dall’ospite Galeone. La partita dell’Arechi vale, naturalmente, molto più delle mie fissazioni che peraltro mi hanno permesso di raccontare in mezzo secolo le storie di panchinari illustri e meschini come Corrado Viciani che inventò il guardiolismo (detto allora Gioco Corto) quando Guardiola aveva appena un anno. Tutto questo affido al mio compitino, perchè a parte Pioli (guarda un pò preceduto da Davide nel premio “The Coach Experience”, mentre gli consegnavo il Premio Prisco) i vip della panchina non mi hanno esaltato. Stefano non sarà mai un cacciatore di gloria anche se il Milan – il suo capolavoro – ha realizzato una performance storica frutto non di ricchezze padronali ma di modestissimo, intenso, ininterrotto lavoro: avrei potuto aggiungere “faticoso” ma in realtà Pioli ha riportato nel calcio la leggerezza delle antiche stagioni che il Milan segnava con l’intelligenza di Rocco e “il tocco in più” di Rivera, e non escludo che la Tradizione Maldini sia servita a realizzare l’opera. Gli altri cosiddetti vip mi hanno deluso, a partire da Simone Inzaghi che stava mettendo piede nell’Olimpo e invece Mastro Sarri gli ha inflitto una dura lezione di buon calcio, non di sarrismo, moda presto tramontata. Allegri e Mourinho sembrava potessero far rivivere il classico Juve-Roma onorato da Trapattoni, Liedholm, Lippi, Capello e invece l’Allianz ha proposto solo una scaramuccia indecente (applausi a Mou che, furbo, ha reso ampia confessione). Nell’Olimpo minore dei Mister – che frequento da sempre, malato di provincialismo – ho incontrato, insieme a Italiano, anche Andrea Sottil dell’Udinese. Conto di ritrovarlo, e intanto complimenti per il figlio Riccardo, Viola e azzurro.

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