Schumi Jr “Mio padre storia Ferrari, io cerco la mia via”

MILANO (ITALPRESS) – Corre con la Haas, ma il presente e il futuro di Mick Schumacher si chiama Ferrari. Schumi Jr si è fatto largo nelle serie minori conquistando risultati di tutto rilievo che gli hanno permesso di dimostrare il suo talento, in un mondo in cui il papà, Michael, ha vinto 7 Mondiali a suon di record. “A parte il testa coda iniziale sono soddisfatto al 90% del debutto in Bahrain, a Imola era la prima volta che guidavo una Formula 1 sul bagnato, anche lì mi sono girato e me la sono un pò presa con me stesso, anche perchè ero in una buona posizione sino a quel momento. Ma alla fine sono arrivato al traguardo che poi era il mio obiettivo”, racconta Schumi Jr, analizzando i suoi primi passi in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. “Alla fine la F.1 non è molto differente dalle categorie propedeutiche, ogni cosa che impari negli stadi di crescita, dai kart in poi, fa parte del tuo bagaglio e di permette di ottenere prestazioni anche in F.1”. Schumi vuole da se stesso e dalla Haas “un miglioramento dall’inizio alla fine della stagione. Questo è un anno un pò particolare perchè si guidano le vetture del 2020. A livello di team bisogna imparare il più rapidamente possibile che cosa bisogna fare quest’anno. E che cosa può aiutare per iniziare a sviluppare la macchina per il 2022, che sarà una stagione cruciale”.
Tutto è iniziato frequentando il mondo del padre, fino a quando non ha capito che anche per lui la F.1 sarebbe stata la sua strada. “Ero con mio padre, lo ricordo bene: eravamo a Kerpen, alla pista di kart. Stavamo chiacchierando e mi ha chiesto se considerassi le corse come un semplice hobby o una cosa seria. Io fui chiaro: per me era una cosa seria. Sia lui sia mia madre mi hanno sostenuto in questa scelta. La cosa più importante che mi ha detto è che mi divertissi in quello che facevo. E vedere che mettevo in pratica quel suggerimento era molto importante per lui allora. Se ami ciò che fai, lo fai bene”. Legato a Jean Todt, l’Italia nel sangue. “Sono venuto qui quando avevo 12 anni, ho un buon rapporto con l’Italia in generale, ho vissuto alcuni dei momenti più belli come la vittoria a Monza dell’anno scorso. Ho tante relazioni con l’Italia senza dimenticare che conosco la Ferrari da quando ero bambino. Ricordo bene quando accompagnavo mio padre a Fiorano per i test, lo osservavo girare seduto in tribuna. Quando sei bambino, non realizzi molto, osservi solo delle macchine che vanno veloci su una pista. Ma non capisci dove sei, ora sapendolo, beh è diverso, è un posto speciale. Se penso che ogni tanto giro a Fiorano dove mio padre ha percorso centinaia di giri… qualcosa di emozionante”.
Varcare i cancelli di Maranello e pensare al padre è inevitabile. “So che è parte della storia della Ferrari e ora è bello che di questa storia faccia anch’io parte”, dice Mick Schumacher, pilota della Haas e della Ferrari Driver Academy dove lavora a stretto contatto con Mattia Binotto. “Mi dice di divertirmi, di godere di quello che sto facendo perchè solo così puoi estrarre tutto il potenziale che c’è in te. E se quella passione che ti anima riesci a trasmetterla al tuo team, sarai sempre in grado di vincere delle corse, dei campionati”. Intanto lavora nella Haas, un team che lo ha “positivamente sorpreso, è fantastico. Siamo già in sintonia anche se non ci conosciamo da tanto tempo, mi sento come a casa. Un pilota quando si sente bene in una squadra rende meglio, io ho massima fiducia in chi lavora con me così come loro nei miei confronti, con una relazione così forte si può affrontare bene la stagione. Il team ha una buona struttura e si respira una buona atmosfera e questo è senz’altro positivo”. Il pilota che ammira di più è uno: “Io adoro mio padre, credo che abbia fatto tutto sempre nel migliore dei modi. Per il resto sono concentrato su me stesso, non cerco un modello, ma la mia via”. E poi c’è anche un collega-amico, anche lui legato alla storia della Ferrari. “Sebastian Vettel è un amico, ci piace stare insieme e sono contento di potergli fare delle domande sulla F.1. E’ bello avere qualcuno come lui nel paddock”.
(ITALPRESS).

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