Sbarra lancia un piano Marshall per cambiare il Paese

Persona, lavoro, partecipazione. Sono le tre parole d’ordine del XIX congresso confederale della Cisl. “Esserci per cambiare” il titolo scelto dal sindacato, che fino a sabato riunisce i suoi delegati nella Nuova Fiera di Roma. Il segretario generale Luigi Sbarra, nel suo discorso, ha ringraziato i “tanti giovani e donne, che sono il presente e il futuro del nostro sindacato, ma anche i meno giovani, che con la loro esperienza garantiscono un solido ancoraggio ai valori e alla tradizione dell’organizzazione. In questi mesi, fatemelo dire, ho visto una Cisl grandiosa. Di cui essere fieri. Un sindacato in presa diretta con la realtà: capace di misurare in modo preciso e capillare l’intensità dei tanti problemi che affliggono lavoratori e pensionati, donne e uomini, giovani e meno giovani, italiani e migranti. Capace di fotografare criticità vecchie e nuove e di esprimere la progettualità, la presa in carico, le tutele contrattuali necessarie al riscatto”. Sbarra ha parlato di “un nuovo rapporto tra rappresentanza e sviluppo. Vocazione tanto più necessaria nel cambio d’epoca in cui siamo immersi”, sottolineando l’importanza del lavoro, soprattutto nel periodo difficile che stiamo vivendo: “è il lavoro che ha salvato l’Italia e l’Europa”. Una comunità solidale che dopo lo scoppio della guerra in Ucraina si è messa in moto per aiutare un popolo in difficoltà: “in due mesi siamo orgogliosi di aver raccolto già 520mila euro. Un risultato per il quale voglio dire grazie alle strutture, ai lavoratori e agli iscritti, ai militanti e ai dirigenti di questa formidabile comunità che è la Cisl”. Entrando nei temi del congresso, il leader della Cisl ha ricordato che “il lavoro non può tramutarsi in causa di sofferenza e di morte. È un infinito bollettino di guerra: oltre 13 mila caduti nell’ultimo decennio in Italia. È intollerabile. Non abbiamo più sangue da dare. Non più una goccia!. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve diventare la nostra priorità, la nostra ossessione. Serve un grande piano nazionale che rafforzi l’esercito degli ispettori e moltiplichi i controlli. Dobbiamo incrociare le banche dati, istituire una patente a punti da legare agli appalti”. Interventi urgenti sono necessari anche per “abbattere il cuneo fiscale nella parte lavoro, per consentire di rilanciare la buona occupazione e i buoni salari. Bisogna ridurre le aliquote Irpef per rilanciare buste paga e pensioni, e con esse i consumi interni, dai quali dipende come mai in passato la nostra economia”. Fondamentale, per Sbarra, non sprecare l’opportunità del Pnrr, “e non solo quella, ma anche negli altri stanziamenti nazionali ed europei”. Serve un “Piano Marshall che nei prossimi 5 anni muova quasi 400 miliardi: ce n’è abbastanza per cambiare il volto del Paese. Ma bisogna agire insieme per vincolare queste risorse a forti condizionalità sociali, trasformandole in occupazione stabile e produttiva, sicura e ben contrattualizzata, soprattutto rivolta a giovani e donne. Il lavoro femminile, in particolare, va spinto molto di più, modificando ed elevando la quota del 30% oggi in vigore per le nuove assunzioni”. E poi “la messa a terra dei progetti deve essere connessa alla vitalità delle parti sociali. Che a cominciare dal livello territoriale, devono avere prerogative forti sul controllo della qualità della spesa, sull’attivazione delle buone flessibilità negoziali che servono ad accelerare i cantieri, sulla verifica dei cronoprogrammi e della quota del 40% destinata al Mezzogiorno”. (ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

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