PROTESTA L’AIC E I NODI VENGONO AL PETTINE

Ricordo quando i calciatori erano schiavi. Li chiamavo vite vendute, come quel film di Clouzot. Scrivevo di “mercato delle vacche” e i signori del calcio chiedevano la mia testa “al direttore” (ne ho avuti solo coraggiosi, che fortuna!). Poi alcuni miei coetanei Capitani Coraggiosi – Mazzola, Bulgarelli, De Sisti, Rivera, Castano, Losi, Mupo, Sereni, Corelli guidati da Sergio Campana, l’Avvocato – fecero nascere il sindacato, nel ’68, prim’ancora che quell’anno diventasse simbolo di ribellione. Ci fu poi la firma contestuale, perche’ a quel tempo da “vacche” erano diventati “pacchi”. Poi la legge Bosman, suonan le campane dindondan. Liberi, siamo liberi: i calciatori presero l’inno da Modugno. Oddio, il calcio e’ finito! – dissero i dirigenti. Come salvarlo? La faccio breve: se li sono ricomperati. A caro prezzo. Vite vendute 2.
Ha ragione oggi il sindacato calciatori quando accusa i “padroni” di non aver accettato subito il consiglio di smetterla e di avere messo a repentaglio la vita di tanti ragazzi; ha ragione a contestare l’ennesimo decreto che li “assegna” alle societa’ di appartenenza come se fossero giocattoli, non giocatori. Ma e’ in momenti come questo che i nodi vengono al pettine: non solo i giocatori ma i loro procuratori, assistenti, famigliari e il sindacato hanno aiutato la crescita del calcio business abbacinati dai milioni che ormai arricchiscono anche i gregari. Schiavi son tornati. Con l’attributo aggiornato: Dorati.
Finisce che nel turbinio di meme, slogan e trovate anche divertenti e antipaura che circolano sul web spunta il solito cartello:”Avete dato un milione al mese ai calciatori e 1300 euro ai biologi ricercatori. Fatevi curare da Ronaldo”.

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate nostre partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]